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Tavolo della Fascia per scongiurare il declassamento di Branca. E le associazioni fanno quadrato

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I sindaci Presciutti e Stirati a colloquio con l'assessore regionale Barberini

La vicenda del declassamento del reparto di diagnostica dell’ospedale comprensoriale di Branca continua a tenere banco e ogni giorni si arricchisce di nuovi elementi. Venerdì 5 ottobre alle 9 presso la Sala Consiliare del Comune di Gubbio si ritroveranno attorno a un tavolo i sindaci della fascia appenninica assieme ai consiglieri regionali dell’Alto Chiascio Andrea Smacchi e Roberto Morroni, al fine di individuare una strategia comune che possa in una certa misura far recedere l’assessorato alla sanità regionale dal proposito di procedere col passaggio della struttura di Branca da “centro Hub” (quindi aperto 24 ore al giorno) a “centro Spoke” (12 ore giornaliere) come succursale di quella di Città di Castello.

COMUNICATO DELLE ASSOCIAZIONI. Intanto in città si moltiplicano gli appelli da parte di numerose aziende per scongiurare quanto previsto nel nuovo piano della sanità regionale. Contro la chiusura notturna del laboratorio analisi dell’ospedale di Branca si sono schierate  ADE (Associazione Diabetici Eugubini), AELC (Associazione Eugubina per la Lotta contro il Cancro), ANACA (Associazione Nuova Assistenza Cardiopatici di Gualdo Tadino), AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) e gli Associazione “Gli Amici del Cuore” di Gubbio. “I recenti fatti che preludono al depotenziamento dell’ospedale comprensoriale di Branca preoccupano fortemente le nostre associazioni, le quali si sentono obbligate ad intervenire pubblicamenteal fine di scongiurare l’ennesimo “scippo” per tutto il territorio dell’Alto Chiascio. La delibera n. 971/2018, che prevede la riduzione a 12 ore dell’attività di laboratorio, va inesorabilmente nella direzione di revocare la funzione DEA all’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino. Non si capisce perché si voglia depotenziare un ospedale che, come in più occasioni affermato dall’assessore regionale, è in evidente crescita, tanto che negli ultimi anni è quello che è cresciuto in misura superiore rispetto a tutti gli altri ospedali regionali. Perché allora si inizia a tagliare l’attività di servizi essenziali ed indispensabili a favore di sedi ospedaliere che non presentano gli stessi dati di attività? L’attività di pronto soccorso ha effettuato, nel corso del 2016, 26.772 accessi, contro i 23.249 del pronto soccorso di Città di Castello e questi dati sono confermati anche per il 2017 e per l’anno in corso. Quale è allora la volontà espressa nella delibera regionale n. 971/2018 se non quella di depotenziare l’ospedale di Branca a favore di quello di Città di Castello? Anche i dati sull’attività dei laboratori dei due ospedali mostrano un’attività del tutto sovrapponibile e l’attività h24 del laboratorio analisi di Branca  permette di processare, nel corso del giorno e della notte, un numero elevato di urgenze. E le meningiti, gli ictus, gli infarti, le sepsi, gli incidenti, le sale operatorie dopo le otto della sera che fine faranno? Non si vorrà mica dire che l’utilizzo di macchinette, i cosiddetti POCT, da parte di personale laico di cui il pronto soccorso verrà dotato, sostituisce la qualità della strumentazione di laboratorio o la professionalità degli operatori ivi impiegati?

VICENDA POLITICA. È da tempo che si sposta in modo inaccettabile il baricentro verso l’ospedale di Città di Castello – si legge ancora nella nota -.La volontà politica appare chiara e penalizzante per tutto il territorio dell’Alto Chiascio. Giova ricordare che Città di Castello dista oltre 70 km da Branca, distanza che può uccidere vite umane, in quanto l’esame dei campioni prelevati dovrebbe avvenire presso la struttura tifernate per far poi rientrare i referti: nella migliore delle ipotesi il tempo necessario potrebbe essere prossimo alle tre ore, incompatibile con ogni caso sanitario qualificato urgente. Con la convocazione degli stati generali dell’USL 1, l’assessore regionale Luca Barberini, il quale intende presentare alla nostra comunità gli sviluppi, l’attività e le prospettive future del nostro ospedale, venga pure ad ascoltare le nostre istanze ed il nostro contributo, che saremo ben lieti di porgere, ma solo previa sospensione di questa assurda delibera, perché altrimenti che contributo potremmo dare? Al contrario, avremmo già sotto gli occhi la volontà di decretare il declino irreversibile (se non la morte) dell’ospedale di Branca. Per la revoca della delibera ci stiamo mobilitando con i cittadini della comunità del comprensorio, già altamente sensibili alle sorti dell’ospedale, per una raccolta firme e altre forme di legittima protesta, non escluso il ricorso al Magistrato competente”.