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Le 5 sentenze di Gubbio-Monza: date tempo a Galderisi, ma la condizione fisica non aiuta

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Benedetti e De Silvestro in azione contro il Monza (Foto Calcioweb.com)

Il debutto di Galderisi ha disseminato più dubbi che certezze, ma in fondo chiedere al tecnico di invertire drasticamente la rotta dopo soli 4 giorni di lavoro era forse un po’ troppo. Ecco allora le cinque sentenze di Gubbio-Monza, spunti utili per poter guardare avanti con obiettivi ben precisi nel mirino.

1. Un nuovo allenatore può dare la scossa, ma non ha la bacchetta magica. A Gubbio, per il momento, non s’è avuto il sentore di un cambiamento radicale rispetto al “piattume” che ha preceduto l’avvento di “Nanu” in panchina. Sarà che anche il Monza aveva molto da chiedere a questi 90’, ma di fatto il Gubbio ha giocato con la paura di non prenderle, piuttosto che di attaccare. Ci può stare ma non deve diventare un’abitudine, perché  calendario alla mano (bello tosto. Triestina, Vicenza, Samb e Pordenone, prima della chiusura con la Vecomp) se si pensa solo alla sostanza e poco alla forma da qui a Natale il rischio è di prendere brutte imbarcate da squadre tecnicamente e quantitativamente superiori. Essere remissivi, insomma, di questi tempi potrebbe non pagare.

2. Il cambio di modulo era abbastanza scontato, note a tutti le abitudini di Galderisi, ma non ha prodotto grossi scossoni. Soprattutto è sembrato non trovarsi a suo agio quel Casiraghi che guarda a caso era finito sul banco degli imputati per il fatto che Sandreani aveva (avesse?) cambiato modulo appositamente per lui, schierandolo dietro due punte, senza trarne alcun beneficio. Non ha ancora tratto giovamento Casoli, che paga una condizione non eccelsa (e lo stesso dicasi di Campagnacci che l’ha sostituito), mentre Marchi ha provato a fare reparto da solo spendendo tante energie. Giusto concedere un po’ di tempo al mister per lavorare, ma il 4-2-3-1 richiede tanta energia che in questo momento la squadra sembra non avere.

3. A proposito di condizione: emerge chiaro un dato, cioè che il Gubbio finisce sempre un po’ in debito di ossigeno, non riuscendo ad essere lucido nei momenti topici della gara. Il Monza ha chiuso in crescendo, seppur lieve, i rossoblù hanno faticato a reggere il ritmo nel finale. Mai un cambio di passo, mai un guizzo teso a testimoniare una forza fisica ed esplosiva degna di tal nome. È non solo un problema di alcune pedine (Casoli e Campagnacci su tutti), piuttosto un affare generalizzato che comporta una gestione per nulla semplice. E nel calcio di oggi senza una buona gamba non si va proprio da nessuna parte.

4. I tifosi si sono apertamente schierati con Sandreani, omaggiato prima del fischio d’inizio con una bella coreografia. Poi hanno sostenuto la squadra ma alla fine, un po’ indispettiti, l’hanno respinta quando è andata a salutarli sotto la curva. Si evince chiaramente un aspetto: gli alibi sono finiti un po’ per tutti e adesso che il parafulmine non c’è più, con Galderisi che non può certo accollarsi alcuna responsabilità, sono i giocatori ad essere finiti sul banco degli imputati. Sandreani serviva anche a proteggerli da eventuali critiche: con chi si vuole bene si può essere  anche un po’ più magnanimi, ma adesso il credito è finito e se le cose non girano per il verso giusto sono guai. Con la società, già di per sé poco simpatica alla piazza, che togliendo l’ex capitano s’è inimicata ancora di più buona parte della tifoseria. Ma se certi dirigenti a Gubbio sono visti di mal’occhio da tempo, ora il giudizio si sposta fatalmente sulle spalle dei calciatori: a livello di comunicazione (non certo il forte dell’AS Gubbio) l’ennesimo autogol. E se le cose dovessero cominciare ad andare male, allora sarà anche peggio.

5. Mentre fino ad oggi, pur vincendo appena due gare, il Gubbio s’era sempre tenuto alla larga dai guai, ora che la concorrenza ha preso a correre i rossoblù sono piombati in zona play-out. Implicazioni ce ne possono essere parecchie pensando al grado di competitività del girone, che risulta essere molto equilibrato e dunque senza partite “facili” o scontate da affrontare. Ritrovarsi impantanati a fondo classifica alla sosta potrebbe rivelarsi fortemente deleterio per una squadra che ha faticato a rialzarsi quando s’è trovata in acque agitate. E ben sapendo che il mercato di gennaio a Gubbio non ha mai portato grossi ribaltoni o cambi di direzione (tolto quello di tre anni fa in D, ma era tutta un’altra storia), perdere terreno adesso rischia di rivelarsi molto pericoloso. Ci vogliono vittorie dal peso specifico importante per allontanare ansie e paure. Altrimenti il rischio di ritrovarsi soli, isolati e senza appigli è più che mai concreto.