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Sangue in città. Due precedenti agghiaccianti: il barbiere nel 2005, Mauretta nel 1997

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Via Cristina dopo l'omicidio

Due vicende di sangue riportano la memoria a due precedenti: 14 aprile 2005 e 6 novembre 1997. Due delitti mai dimenticati, uno chiarito e l’altro avvolto ancora nel mistero a distanza di oltre 21 anni. Nel 2005 un dramma della gelosia: il barbiera sessantacinquenne Furio Brancaleoni, venne freddato con tre colpi di pistola nel suo negozio in via Tifernate dal disabile calabrese Luigi Battista, all’epoca quarantacinquenne. Battista era stato reo confesso collaborando con la giustizia fin dalla sera dell’omicidio fino a indicare ai carabinieri dove aveva nascosto l’arma. L’omicidio era avvenuto intorno alle 19.30: il barbiere, subito soccorso, è morto poco dopo l’arrivo del personale sanitario. Le cronache raccontarono della presenza di un cliente nel negozio che aveva cominciato a gridare, mentre un altro era entrato e aveva chiesto alla moglie di chiamare il 112 mentre l’omicida si era dato alla fuga per essere rintracciato poco dopo.

Nel 1997 il delitto della trentunenne Mauretta Fondacci, uccisa di pomeriggio dopo aver lasciato la casa di Loreto a bordo della sua Opel Corsa per percorrere la stradina sterrata che l’avrebbe portata, come ogni giorno, nel negozio di pasta fresca gestito con la famiglia a Casamorcia. Venne ritrovata dal fratello Maurizio riversa sul sedile dell’auto e in un bagno di sangue a causa di tre colpi sparati da un fucile a pallettoni calibro 12 a elica, usati per la caccia al cinghiale. L’unico sospettato venne condannato all’ergastolo e poi assolto in appello e in Cassazione dopo una lunga carcerazione con risarcimento danni da parte dello Stato.