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L’ombra di esposti e denunce sulla variante al Piano regolatore

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Si alza l’ombra di esposti e denunce sulla variante al Piano regolatore con declassificazioni e classificazioni di terreni decise dalla maggioranza del sindaco Filippo Mario Stirati accogliendo, a ridosso delle elezioni del 26 maggio, le richieste dei cittadini presentate da anni. E’ stato adottato a maggioranza – con le opposizioni uscite dall’aula (compreso il Pd fresco di accordo con la coalizione di Stirati) escluso Francesco Zaccagni (Impegno per Gubbio) che si è astenuto e si appresta a entrare nella lista civica piddina del sindaco ricandidato – il piano della Giunta Stirati che ha previsto la declassificazione di 356mila metri quadrati di terreni da edificabili in agricoli, uscendo così dal regime di tassazione dell’Imu. E’ stato invece dato il parziale via libera ai terreni riclassificati in edificabili da agricoli dopo i rilievi della Regione che ha scoperto qualche situazione da controllare per verificare se si è in presenza di abusi edilizi. I terreni declassificati si trovano in zone periferiche dove l’impatto del Piano regolatore adottato nel 2007 dall’allora Giunta Goracci non ha prodotto sviluppo economico ma solo un aumento degli introiti per le casse comunali attraverso la tassazione. Il Comune compensa in parte, con la riclassificazione, i 100mila euro di tasse l’anno persi con la declassificazione.

Il consigliere comunale di minoranza Francesco Gagliardi (centrodestra) ha annunciato il ricorso alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti ritenendo che non sia legittima la procedura adottata in tutta fretta dall’amministrazione comunale su una variante sulla quale ci sono state delle osservazioni poste della Regione. Per Gagliardi, essendoci state delle modifiche, la variante sarebbe dovuta tornare in Regione per un nuovo pronunciamento. La maggioranza ha ritenuto di procedere evidenziando i pareri favorevoli del dirigente comunale Francesco Pes e contenuti in un documento del consulente avvocato Marco Marchetti. Il nodo sta nell’esame delle ortofotocarte da cui è emerso – viene specificato dalla Regione – come alcune nuove previsioni siano interessate dalla presenza di manufatti edilizi esistenti. Il Comune deve accertarne la loro legittimità o, in assenza-difformità dei necessari titoli abilitativi e prima dell’adozione di atti inerenti la variante urbanistica, dovrà portate a completa definizione le eventuali procedure previste dalla normativa vigente. Sarebbero cinque i casi.