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L’ex portiere rossoblù Michele De Vincenzi: “La nostra quarantena affollatissima”

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Michele De Vincenzi, ex portiere del Gubbio

La famiglia De Vincenzi s’è presa la ribalta nazionale, sul sito www.ilmessaggero.it, nell’emergenza coronavirus perché in duecento metri quadrati di casa, a San Sisto alle porte di Perugia, vivono fino a dodici persone, tra i genitori, il nonno e la schiera di nove figli, più il cane Jago e tre pesciolini rossi. Una quarantena allargatissima. Michele, uno dei nove figli, è passato per Gubbio visto che ha giocato portiere nella formazione rossoblù, con Sandreani allenatore alla Berretti e i preparatori Ceppodomo e Pascolini, arrivando nella stagione nel 2016-2017 dopo i trascorsi con Perugia, Castel Rigone e San Sisto (oggi milita nella Trasimeno in Eccellenza). “Non dimentico in particolar modo la mia seconda stagione – racconta Michele – per le convocazioni in prima squadra, oltre che al Barbetti pure nelle trasferte al Curi o a Padova con la salvezza all’ultima giornata, arrivando a vincere i playoff del girone con la Berretti. La mia esperienza a Gubbio è stata fondamentale anche a livello caratteriale, sono cresciuto molto. Sono stato a contatto quotidianamente con giocatori professionisti e ho vissuto in una splendida città, lontano dalla mia famiglia, conoscendo persone speciali come la famiglia di Giancarlo Barbacci”.

L’ANDIRIVIENI – La sua casa perugina è piena. Al Grande Fratello in confronto hanno un pied-à-terre, con l’andirivieni che neanche s’avvicina. Famiglia è bello, anzi bellissimo anche al tempo del coronavirus dove l’affollamento va gestito. E’ così dal 5 marzo, quando l’emergenza sanitaria ha imposto la clausura. Sergio, 59 anni, è docente universitario con alle spalle un mandato da consigliere regionale, e la moglie Annamaria insegnante di scuola elementare: sono i capotribù felici che non si annoiano di sicuro, da quando tutto è cominciato con Chiara che oggi ha trent’anni appena compiuti e l’ha resi nonni di Riccardo, Leonardo e Aurora, proseguendo con Francesca (28) che ha il figlio Tommaso e una bimba in arrivo, Raffaele (26), le gemelle Marta e Sara (24), Michele (19), Serena (18), Maria (16) e la dodicenne Benedetta. In questo momento vivono in nove tutti assieme, Chiara e Francesca infatti non abitano lì, mentre Marta sta in Spagna, a Osuna vicino Siviglia, dove a fine giugno si laurea. Stare dietro a tutti è un’impresa quotidiana, anche perché le passioni dei giovani sono tante a cominciare dallo sport che non fa mancare niente tra calcio, basket, volley e pallanuoto.

GRANDE FRATELLO – “Conosciamo il Grande Fratello anche se non lo guardiamo. Un po’ quella situazione la viviamo, pur se qui non c’è nulla di costruito ed è la vita vera in cui ci si confronta e quando si litiga lo si fa sul serio senza però mai parlare male gli uni degli altri”, dice Michele, che martedì prossimo compirà vent’anni (“La torta con le candeline ci sarà”), studia scienze della formazione primaria all’università di Perugia e fa il calciatore. Il ménage familiare è tutto da raccontare: “Siamo tanti e qualche volta capita di perdere di vista la realtà delle cose – spiega -, come quando dovevo andare a prendere Benedetta agli allenamenti e me ne sono dimenticato. Mi sembra di vedere Mamma ho perso l’aereo”.

SALA AFFOLLATA – La privacy questa sconosciuta? “Riusciamo a trovare un momento nostro in cui staccare dal resto. Se dobbiamo fare una telefonata si va in terrazzo o nella lavanderia, oppure usciamo col cane. Questa quarantena ci ha unito ancora di più, penso che permetta di ritrovarsi”. Il posto più affollato della casa è la sala dove si ritrovano anche per pregare e il pieno di vitalità si confronta con la dura legge del coronavirus, con un calendario che prevede per Serena un viaggio in America a fine maggio (avrebbe poi fatto la volontaria alle Olimpiadi di Tokyo che sono state rinviate al 2021) e le nozze per Sara a ottobre.

LE LITIGATE – Quando siamo tutti in pista – dice Michele – c’è un bel trambusto. Per fortuna c’è internet e si legge. La tv non più di tanto, giusto un telegiornale e qualche film. Ci diamo alle carte, ai giochi da tavola e si cucina provando a evitare il sovrappeso. La pasta inevitabilmente c’è tutti i giorni, se non altro per facilità. Io cerco di stare attento, mi alleno solo in terrazzo visto che sotto casa c’è un parco ma è stato chiuso. Non ricordo di aver mai vissuto nulla di simile condividendo così tanto tempo coi miei. Qualche litigata fa parte del gioco ma la pace torna presto. Noi maschi siamo in minoranza, per fortuna che sono arrivati i nipoti e ci hanno fatto svoltare”. Qualcosa in famiglia devono inventarsi per passare il tempo, come la gara per portare fuori il cane prendendo una boccata d’aria e una simpatica iniziativa con la parrocchia locale: “Con Daniele responsabile dell’oratorio abbiamo ideato la Sentinelle’s Cup, una sfida su Instagram seguita da oltre ottocento persone con più di mille visualizzioni per ogni storia, fino alla diretta su Youtube. Abbiamo voglia di sorridere e di trasmettere positività”.