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Festa dei Ceri, il 15 maggio non si farà. Domani la decisione al Tavolo ceraiolo

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La Festa dei Ceri non si farà. La decisione di rinunciare all’appuntamento del 15 maggio verrà di fatto sancita domani al Tavolo ceraiolo con tutte le componenti convocate dal sindaco di Gubbio, Filipo Mario Stirati, in videoconferenza alle 17.30. “Non potremo fare diversamente, c è un problema di emergenza coronavirus e di distanziamento tra le persone. Ne parleremo e competerà a me tirare le fila del confronto”, dice Stirati. Da giorni se ne sentono di tutti i colori tra quanti sperano ancora.

C’è chi pensa a una versione a porte chiuse e con la formula light anche per le “mute” che affrontano la corsa con il contatto fisico inevitabile e i cambi ravvicinati (al completo per ogni tratto sono venti i ceraioli coinvolti, compresi i braccieri). Ma l’impresa appare impossibile, tanto più dopo la decisione del governo di prolungare il lockdown al 3 maggio con un ritorno alla normalità annunciato molto lento e graduale. Una festa popolare così partecipata non ha alcuna possibilità di trovare le condizioni idonee in questa situazione, come peraltro sa benissimo anche il prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia.

Si prenderà successivamente in esame la possibilità del rinvio all’11 settembre (anniversario della traslazione di Sant’Ubaldo dalla cattedrale alla basilica sul monte Ingino) o direttamente al 2021. Non ha dubbi da settimane l avvocato Francesco Gagliardi, già consigliere comunale: “La decisione di annullare – dice – è già contenuta, d’imperio e senza necessità di alcuna concertazione, nella normativa d urgenza vigente e la formale comunicazione spetta al prefetto. Questa procedura non va confusa con il piano sicurezza che ha coinvolto la comunità eugubina e le rappresentanze ceraiole. Si tratta di provvedimenti diversi, maturati in diversi contesti storici. Un’eventuale edizione settembrina potrà essere vagliata dalle autorità statali solo una volta superata l’emergenza sanitaria nazionale”.

Per i precedenti, si ricorda la Grande Guerra 1915-1918 quando i soldati eugubini celebrarono la festa al fronte sul Col di Lana tra le Dolomiti il 15 maggio 1917. A partire dal 1916, così come altrove, anche a Gubbio la festa patronale era stata sospesa per Regio Decreto ed era impensabile per gli eugubini alle armi non celebrare Sant’Ubaldo, sotto la cui protezione avevano peraltro raggiunto il fronte con tanto di berrettino benedetto in tasca, preziosa reliquia consegnata a chi partiva per la guerra.

Il sindaco dell’epoca, il conte Giammaria della Porta, deliberò di annullare i Ceri nel 1916 e poi nei due anni successivi. Nel secondo conflitto mondiale la festa venne vietata dal prefetto che accordò per il 16 maggio una semplice processione dalla cattedrale alla basilica. La festa venne celebrata nel 1938 con i Ceri Mezzani, realizzati poco prima da Benvenuto “Dante” Fata. Nel 1942 e ’43 venne spostata al 16 maggio, poi nel 1944 e ’45 tornò al 15.