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Le celebrazioni sangiorgiare hanno acceso il dibattito

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Se ne parla tantissimo in queste ore tra i ceraioli, anche nella clausura. Si commenta la decisione di promuovere le celebrazioni per la festa di San Giorgio martire, che il calendario cristiano solennizza oggi. Non fanno discutere i riti religiosi, come la messa per i ceraioli defunti, quanto invece l’investitura del Capodieci Fabio Uccellani. Ci sono quelli che non hanno posizioni critiche, accettando di buon grado l’iniziativa della Famiglia dei Sangiorgiari con il presidente Patrick Salciarini presente alle celebrazioni a porte chiuse, e ci sono quelli che invece hanno una posizione fortemente critica e non la nascondono. Se il 15 maggio non c’è la Festa dei Ceri a causa dell’emergenza coronavirus, perché si deve fare la cerimonia dell’investitura tanto più in un momento in cui l’emergenza è ancora nel pieno con i provvedimenti restrittivi?

C’è chi ipotizza la possibilità che si avanzi da qualche parte, prossimamente seguendo gli sviluppi della pandemia, la proposta di celebrare a Gubbio i Ceri l’11 settembre, data ubaldiana per la ricorrenza della Traslazione. Ma anche questa proposta potrebbe aprire le discussioni e dividere. Per ora non se n’è parlato, almeno formalmente, secondo quanto ha riferito il sindaco Filippo Mario Stirati dopo l’incontro in videoconferenza con il tavolo dei Ceri quando il 15 aprile scorso è stato ufficializzato l’annullamento della festa il 15 maggio.

Viene fatto anche rilevare come, nel caso in cui non ci fosse l’edizione 2020 stando a quanto deciso finora, l’anno prossimo si porrebbe la questione delle investiture che nel caso dei Capodieci di Sant’Ubaldo e Sant’Antonio, Enrico Nicchi e Andrea Tomassini, ci sono già state da rituale l’8 marzo (quando già la pandemia era presente) e il 17 maggio.

Ieri sera nella celebrazione eucaristica per i defunti nella chiesa di Santa Maria al Corso, dove oggi alle 18.30 è prevista la messa presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini con a seguire l’investitura del Capodieci, don Stefano Bocciolesi ha sottolineato nell’omelia che il 15 maggio “non ci sarà la corsa, ma ci sarà comunque la festa, poiché quella resta nei cuori di tutti noi”. Nella chiesa di Santa Maria al Corso, dove c’è un altare dedicato a San Giorgio protettore dell’antica corporazione dei merciai, c’erano ieri con don Bocciolesi, il cappellano dei Ceri don Mirko Orsini e il presidente della Famiglia, Patrick Salciarini.

Don Bocciolesi ha parlato della rinuncia al 15 maggio della corsa come di un “sacrificio come spesso in passato sono stati costretti a sostenere i nostri padri e i nostri nonni ma in fondo, come per i Ceri, si cade e ci si rialza, e lo si fa insieme. Così dovremo sostenere questa prova, con coraggio, devozione e sapendo che onoreremo il nostro patrono e la nostra tradizione rispettando le norme”.