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Gagliardi annuncia un esposto in Procura e prospetta una richiesta di risarcimento danni se ci saranno nuovi contagi. Presciutti scrive a Stirati e al vescovo

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Corso Garibaldi nel pomeriggio del 15 maggio

Nuovi risvolti su quanto accaduto venerdì scorso. L’avvocato Francesco Gagliardi ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica e iniziative di richiesta risarcimento danni. “Come cittadino e come operatore economico – fa sapere Gagliardi -, provato da oltre due mesi di quarantena, chiederò i danni economici all’Amministrazione Comunale se dovessero esserci ricadute di contagio e prolungamenti di limitazioni”. Gagliardi rivela di aver già ricevuto adesioni a questa prospettiva aspettando di vedere gli sviluoppi della vicenda. “L’epilogo del 15 maggio – spiega l’avvocato – non può essere letto senza uno sguardo al prologo: primi di aprile riunione istituzionale per valutare e decidere sulla Festa dei Ceri; metà aprile riunione istituzionale per annullare la Festa dei Ceri, con la promessa di un programma comunque degno della festa; primi di maggio riunione istituzionale per la pubblicazione programma con sfilate e cerimonie; primi di maggio riunione istituzionale per il ritiro del programma e nuovo programma rimaneggiato; 11 e 12 maggio istituzione zona rossa con conseguente libertà di circolazione nelle zone libere; 15 maggio sin dalle prime ore del mattino, tolleranza per gli assembramenti crescenti. almeno un migliaio di persone, altro che decine. Il coronavirus ha fermato da marzo il pianeta. Il pianeta, mica la Festa dei Ceri di Gubbio. Era difficile dire subito la verità e cioè che a Gubbio non c’era niente da decidere, senza ingenerare aspettative e confusione?”.

FRATELLI D’ITALIA. Critiche a Stirati dal circolo eugubino di Fratelli d’Italia: “Il sindaco mostra il pugno duro ma il giorno dopo. Nella giornata del 15 maggio, penalizzata due volte la città: dal coronavirus e da una gestione politica che rischia di mettere a repentaglio la salute pubblica ed una ripresa dell’economia locale, a forte vocazione turistica. Gubbio al centro dell’attenzione, isolata dalle località confinanti grazie a una negligenza e superficialità organizzativa. Le azioni messe in campo sono state perlomeno tardive ed inadeguate. Corso Garibaldi, tratto significativo della Corsa dei Ceri, andava chiuso. I controlli dovevano monitorare e allontanare le persone e se si fa un’ordinanza la si fa rispettare. Sindaco e Giunta si accorgono del problema solo il giorno dopo, minacciando il pugno duro ma in ritardo. Lo spieghi oggi ai commercianti, agli artigiani, ai cittadini che hanno rispettato le regole che potrebbero vedere vanificati i loro sacrifici nel caso si dovessero trovare costretti a chiudere di nuovo a seguito di una cattiva gestione.
Individuare e schedare persone oggi, fare proclami, usare il pugno duro a posteriori non basta e non serve ad impedire una possibile ripartenza dei contagi, che ci auguriamo sia scongiurata”.

SCRIVE PRESCIUTTI. Il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, è tornato a farsi sentire con una lettera al collega Stirati e al vescovo della Diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini: “Carissimi Don Luciano e Filippo, vi chiamo per nome perché così abbiamo sempre fatto a riprova che i nostri rapporti personali e quelli fra le nostre comunità non solo sono saldi, ma sono sempre stati improntati ad un grande spirito di collaborazione. Ho deciso di scrivervi perché voglio che resti traccia del mio pensiero, del forte spirito umano prima che istituzionale che mi lega ad un territorio unico al mondo quale è il nostro. Sono stati giorni e settimane difficili per tutti noi è inutile negarlo, giorni nei quali la tristezza e l’amarezza per non poter onorare nella maniera dovuta il patrono e predecessore Sant’Ubaldo si mescolava con la dovuta ed altrettanto necessaria volontà di affrontare un pandemia che purtroppo nel nostro paese ha fatto registrare più di 30.000 morti. Ciò che è accaduto lo scorso 15 maggio penso rattristi e lasci attoniti tutti, al mancato rispetto non solo delle norme dello Stato, ma anche delle ordinanze del Sindaco si è aggiunto il mancato rispetto, da parte di alcuni, per la figura del patrono Sant’Ubaldo cosa che ferisce profondamente non solo gli eugubini. Ciò che è accaduto mi ha profondamente turbato, le mie prese di posizione forti, i miei atti, non erano certo tesi a riproporre antiche e ormai sorpassate diatribe, alle quali francamente non ho minimamente pensato, l’unica cosa di cui mi sono fortemente preoccupato (e lo sono ancora), è stato ed è la tutela del dono più prezioso che ognuno di noi ha: la vita! Su questo tema credo convintamente che non possono mai e poi mai esistere divisioni, politiche, religiose, di campanile, sulla tutela della salute e quindi della vita, non esistono appartenenze territoriali, partitiche, ideologiche, ma serve una grande unità d’intenti. Serve anche mi permetto di dire grande coraggio e la necessaria fermezza, non solo nell’individuare e punire in maniera esemplare i protagonisti degli atti più beceri e fuori da ogni grazia di Dio che tutti abbiamo potuto vedere, ma anche e soprattutto per non minimizzare o circoscrivere a poche decine di persone la responsabilità di ciò che è accaduto perché tutti sappiamo bene, per onestà intellettuale dobbiamo dircelo, che le cose non stanno così non fosse altro per le immagini ed i fotogrammi che stanno facendo purtroppo il giro del mondo in queste ore. E allora, carissimo don Luciano, non posso che accogliere con favore il tuo invito alla riconciliazione, cosa per me molto facile visto che non ho mai rotto alcun tipo di rapporto con la comunità eugubina che anzi in queste ore mi ha dimostrato una vicinanza straordinaria quanto inaspettata, sommergendomi letteralmente di messaggi, telefonate attestati di stima che ho molto apprezzato e che ricambio dal più profondo del cuore. E a te, carissimo Filippo, rinnovo non solo tutta la mia stima umana e istituzionale, oltre ad esprimerti ancora una volta, l’ho fatto pubblicamente in queste ore molte volte, la mia piena solidarietà per quanto accaduto, immagini gesti e atti che hanno ferito sicuramente la Città di Gubbio ma, te lo posso garantire, l’intero territorio e la nostra regione nel suo complesso. Oggi abbiamo tutti un nuovo grande fardello da portare sulle spalle, perché ciò che è accaduto rischia seriamente di diventare una potenziale bomba sanitaria ed allora spetta a noi con grande coraggio ed altrettanta fermezza affrontarlo insieme, mettendo in campo tutto ciò che è necessario per tutelare la salute di tutti anche con scelte forti e perché no impopolari, non possiamo permetterci il lusso di tenere il piede su due staffe, dobbiamo giustamente come hai detto tu Filippo, decidere da che parte stare e noi sappiamo bene quale è. A conclusione di questa mia lettera, voglio condividere con voi un ultimo pensiero: questa pandemia ci ha insegnato una cosa che prima vengono gli ultimi, quelli che non ce la fanno quelli che si rivolgono alle nostre Caritas diocesane, sempre in aumento purtroppo, i nostri anziani che dobbiamo saper tutelare al meglio, i nostri carissimi amici diversamente abili ai quali oggi più che mai dobbiamo dare risposte importanti, i nostri bambini ed i nostri ragazzi, privati da tanto tempo della libertà di poter andare a scuola e vivere tutte quelle attività che quotidianamente svolgevano. Infine, un pensiero speciale va ai nostri operatori sanitari, alle forze dell’ordine ai parroci, a tutti quelli che in questi mesi durissimi non si sono tirati indietro per garantire a tutti noi servizi efficienti e vicinanza. Carissimo don Luciano, carissimo Filippo, spero vivamente che chi di dovere prenda tutti i provvedimenti necessari per tutelare la salute di tutti i cittadini, che si metta in atto da subito e non domani tutto ciò che serve per prevenire i possibili effetti di quella che potrebbe diventare, voglio ribadirlo, una vera e propria bomba sanitaria per tutto il territorio. In quest’ottica dopo un lungo ed approfondito confronto con la Prefettura e nello spirito che mi ha sempre guidato di una forte collaborazione istituzionale ho provveduto a revocare l’ordinanza che tanto ha fatto discutere, ciò impone altresì, voglio ribadirlo con forza, che chi di dovere prenda al più presto, prima che sia troppo tardi tutti i provvedimenti necessari anche quelli più duri ed impopolari per tutelare la salute dei cittadini. Spero vivamente vogliate apprezzare questa mia scelta, non vi nego sofferta, tesa non a fare marcia indietro sul tema più caro per tutti noi la tutela della salute, ma anzi a rilanciare un ancora più forza e decisione quello spirito unitario che dovrà contraddistinguere il nostro lavoro e non solo il nostro, da qui in avanti”.