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Centraline per il monitoraggio dell’aria: il Wwf chiede ad Arpa l’accesso agli atti e intanto fa accordi con i colossi del cemento

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La centralina di via Leonardo da Vinci per il monitoraggio dell'aria

Il Wwf con il presidente della sezione di Perugia, Sauro Presenzini, attraverso l’avvocato Valeria Passeri della stessa associazione, ha notificato ad Arpa Umbria una richiesta di accesso agli atti per informazioni ambientali riguardo le cementerie Barbetti e Colacem.

Il sodalizio ambientalista chiede dove sono attualmente posizionate le stazioni di monitoraggio, di proprietà delle due cementerie di Gubbio concesse in comodato d’uso ad Arpa Umbria come previsto dalla convenzione stipulata tra le parti (risale al 2008 al tempo di Orfeo Goracci sindaco); a quale distanza queste stazioni sono poste rispetto alle ciminiere dei due stabilimenti; quali sono i venti prevalenti; che tipo di sensori sono installati sulle stazioni e che tipo di inquinanti sono in grado di rilevare e se le sostanze monitorate ricomprendono anche i metalli pesanti, tra cui cadmio, piombo, arsenico, cromo, mercurio, nichel, furani, tallio e altro; se sono state effettuate ricerche degli inquinanti al suolo per ricaduta e nei prodotti di origine vegetale e animale; se sono mai state fatte rilevazioni di diossine; la spiegazione di metodologia e protocollo «tenuto conto del fenomeno dell’inversione termica – viene esplicitato nella richiesta – che insiste nella conca eugubina e I’accumulo sinergico degli inquinanti in atmosfera». Viene chiesto ad Arpa pure se ha mai fatto o farà uno screening territoriale preventivo, ovvero il punto zero, rispetto alla previsione dell’eventuale ulteriore autorizzazione a bruciare tipologie di rifiuti qualificati come Combustibili solidi secondari (Css), in quantità importanti e di diversa tipologia.

Il Wwf evidenzia come “il punto zero serve a capire come potrebbero cambiare una serie di parametri emissivi relativamente a problemi odorigeni, inquinamento della matrice ambientale aria, acqua, suolo, bioaccumulo su pollame, uova e verdure, di diossine, micro polveri e altri inquinanti ragionevolmente attesi quando si effettuano combustioni di diverse tipologie di rifiuti, anche molto eterogenei tra loro”. Per l’associazione le stazioni di monitoraggio si limitano a monitorare solo le polveri, gli ossidi di azoto e di zolfo e i dati meteo, perciò chiede se Arpa ritenga “utile e doveroso effettuare uno screening delle sostanze inquinanti che potenzialmente possono gravitare in quell’area in conseguenza della combustione di rifiuti e pet coke”.

Al Wwf viene fatto osservare dalle cementerie eugubine che da un lato si oppone all’uso di combustibili alternativi come il Css, e dall’altro stringe accordi a livello europeo con i produttori di cemento come il colosso mondiale Lafarge, a cui consente pure nello stabilimento italiano di Ternate in provincia di Varese quanto invece non vorrebbe per Gubbio.