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Spese al liceo “Mazzatinti”, confermate le condanne per Missaglia e Monacelli. L’ex dirigente amministrativo dovrà restituire solo i soldi delle ferie non godute

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La sede di piazzale Leopardi del polo liceale "Giuseppe Mazzatinti"

Soldi indebitamente percepiti per le ferie non godute prima di andare in pensione e spese ritenute non ammissibili. Situazioni diverse nella condanna confermata per Dario Missaglia, ex dirigente scolastico al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” di Gubbio, e Anna Maria Monacelli, ex dirigente dei servizi generali amministrativi (Dsga) nello stesso istituto, dalla Corte dei Conti Sezione terza giurisdizionale centrale d’appello a Roma, che ha accolto in larga parte il ricorso della dottoressa Monacelli. In primo grado era stata condannata a risarcire 20.384,20 euro, mentre adesso dovrà rifondere l’80 per cento di 840,68 euro (672,54) per l’autoliquidazione delle ferie, mentre il restante 20 per cento è a carico del professor Missaglia.

L’ex preside non ha fatto opposizione alla sentenza del 14 marzo 2018 della Corte dei Conti Sezione giurisdizionale per l’Umbria (presidente Salvatore Nicolella e consigliere estensore Pasquale Fava) e dovrà rifondere 5.096,05 euro, più 168,15 euro come legata alle ferie della Monacelli, secondo quanto stabilito dalla sentenza d’appello del 5 ottobre scorso firmata dal presidente Luciano Calamaro e dall’estensore Patrizia Ferrari. La sentenza di primo grado era stata impugnata, oltre che dalla Monacelli, anche dalla Procura della Corte dei Conti umbra che chiedeva il rimborso complessivo di 70mila euro, compresa la somma per il pagamento delle ferie non godute. In appello è stata esclusa la colpa e negligenza di Anna Maria Monacelli, che ha svolto la funzione di Dsga al Mazzatinti per un ventennio, nei suoi 36 anni di carriera nel ruolo, fino al pensionamento nel 2012.

In seguito a un’attività di controllo con segnalazione alla Procura della Repubblica di Perugia per le violazioni riscontrate dai revisori dei conti, c’era stata sul fronte penale una prima archiviazione da parte del tribunale di Perugia che non aveva ravvisato condotte illegittime. La Corte dei Conti umbra ha invece avviato una propria procedura disponendo in primo grado la condanna al risarcimento, che in appello a Roma è stata riformata osservando che la sezione perugina “non ha sufficientemente supportato il proprio convincimento non avendo indicato le ragioni che l’hanno indotta a ravvisare nella condotta antidoverosa una connotazione di particolare superficialità e di significativa divergenza dalla condotta esigibile”.

Per la Monacelli non sono stati riscontrati gli “estremi tipologici e contenutistici della negligenza, imprudenza o imperizia nonché superficialità o leggerezza del comportamento”. L’ex dirigente, assistita dall’avvocato Mario Bruto Gaggioli Santini con i collaboratori Valentina Tomassoli e Nicolò Minelli, ha sottolineato come “il supremo consesso di giustizia contabile ha nei fatti riconosciuto la mia buona fede e la correttezza nella gestione amministrativa del liceo di Gubbio negli anni”.