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Si allarga il fronte contrario al progetto per una nuova stazione carburanti sulla Variante: petizione di 54 residenti al sindaco e ai consiglieri comunali

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L'area sulla variante della strada statale Pian d'Assino verso ovest su cui è prevista la realizzazione della stazione di servizio

Contro la nuova stazione di servizio carburanti a Gubbio sulla Variante della strada statale Pian d’Assino verso ovest, sul fronte cittadino davanti il distributore Ip ex Tamoil, si schierano apertamente 54 firmatari di una lettera protocollata ieri, 17 novembre. Sull’operazione si è già spaccata la maggioranza del sindaco Filippo Mario Stirati con il dibattito politico particolarmente acceso sull’impatto ambientale e paesaggistico.

Mentre la commissione edilizia ha chiesto a Catria Energy Srl di modificare il progetto dell’investimento da tre milioni di euro, per rendere i volumi più omogenei e meno frammentati, si fanno sentire gli abitanti di via del Bottagnone, attorno alla zona dove dovrebbe sorgere la stazione di servizio. Chiedono che venga spostata in un’altra area e lontana dalle abitazioni, annunciando un’azione di vigilanza sugli sviluppi dell’operazione.

Nella lettera, indirizzata al sindaco e ai consiglieri comunali, vengono espresse “grandi preoccupazioni che ci stanno togliendo serenità”. Viene richiamata l’interpellanza del consigliere comunale Stefano Pascolini (Lega) e si fa riferimento agli effetti dell’operazione: “Se è vero che il dibattito si è incentrato sull’aspetto panoramico, al quale anche noi come cittadini siamo sensibili, abbiamo percepito che nessuno dei soggetti deputati alla valutazione e al rispetto delle norme e alla tutela di un sano vivere ha considerato che tale investimento, oltre al disagio, arreca un danno a chi abita nelle immediate vicinanze. Ci risulta che si tratterebbe di realizzare una struttura dotata di grandi serbatoi per metano liquido, serbatoio per gpl, serbatoi per benzina e gasolio, tra l’altro nelle vicinanze di un grande elettrodotto”.

I firmatari della lettera evidenziano che “posto che i vigili del fuoco valuteranno e metteranno in campo le varie protezioni, sta di fatto che ci troveremmo ad abitare a poche decine di metri da un potenziale esplosivo di notevole rischio, la cui collocazione per il buonsenso va evitata in prossimità di centri abitati. Alcuni di noi hanno realizzato, o stanno completando, delle costruzioni con tanti sacrifici e notevoli impegni bancari, spinti dal sogno di una vita di poter vivere in un luogo tranquillo, protetti da una fascia di verde. Siamo sempre stati rassicurati che su questo spazio verde non si sarebbe mai costruito”.

La preoccupazione dei residenti è infine estesa alle sollevate problematiche legate all’inquinamento acustico e luminoso “rischiando di non avere più privacy e tranquillità. Chi tutelerà i nostri investimenti condizionati da questa grande struttura? Chi mostrerà più interesse per le nostre abitazioni, in origine immerse nel verde e ora soffocate da un simile complesso? Chi pagherà i danni dovuti alla svalutazione commerciale delle nostre case? Ci appelliamo quindi alla sensibilità di amministratori e politici affinché venga gestita con attenzione e responsabilità la cosa pubblica e tale investimento, se necessario, venga realizzato in un’altra area, isolato dai centri abitati, in modo tale da non impedire tra l’altro la godibilità della città. Saremo vigili e attenti sullo sviluppo di tale progetto”.