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Ambientalisti contro la Regione sul piano rifiuti e il Css

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Donatelli Tesei, presidente Regione Umbria

I comitati ambientalisti di Gubbio, affiancati da una cinquantina di altri associazioni non solo provenienti dall’Umbria, si sono dati appuntamento oggi a Perugia in piazza Italia per un sit-in in occasione del Consiglio Regionale. Dopo la richiesta d’intervento rivolta da parte dei comitati ambientalisti di Gubbio al presidente del Parlamento Europeo, il giornalista Davide Sassoli del Pd, sull’utilizzo del Css (Combustibile solido secondario) nei cementifici Barbetti e Colacem, ora è partito un appello al presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen che “ha lanciato una nuova strategia di crescita per l’Europa – scrivono i comitati – il Green Deal verso l’inquinamento zero. Un imponente piano di investimenti finanzierà progetti responsabili dal punto di vista ambientale e ciò significherà avere nuovi posti di lavoro, un ambiente più pulito, una migliore qualità della vita per i cittadini. Come si pone l’Umbria in questo panorama? L’Umbria sta progettando di mandare il futuro green in fumo. In campagna elettorale la presidente Donatella Tesei diceva: ‘L’Umbria è universalmente conosciuta come cuore verde d’Italia. E’ necessario cogliere le opportunità legate alla vocazione green che rappresenta per l’Umbria una formidabile occasione anche in termini economici. Di fondamentale importanza è anche il tema della gestione del ciclo rifiuti. Occorre disincentivare in ogni modo il ricorso allo smaltimento in discarica o all’incenerimento che, in presenza di un sistema di raccolta e riciclo efficiente, sarebbe antieconomico in una realtà piccola come l’Umbria’. In questi giorni invece si è appreso che, con un triplo salto carpiato rovesciato, le richieste della Giunta regionale dell’Umbria, relative ai finanziamenti del Recovery Fund in tema ambientale, sono tutte indirizzate alla creazione di impianti di produzione di Css, in tre città dell’Umbria: Perugia, Foligno e Narni. Contemporaneamente il tentativo di presentare una legge regionale che intende semplificare e agevolare le procedure di autorizzazione per l’utilizzo del Css nei cementifici, mira ad avviare l’utilizzo di questi combustibili nei due impianti industriali della già inquinata conca eugubina. Altri finanziamenti sono stati chiesti per un impianto di essiccazione dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane, provenienti da tutta la regione e per la loro termovalorizzazione, nella già inquinata conca Ternana. Preoccupa il fatto che questi progetti siano stati presentati in stretta complementarietà con la definizione della nuova programmazione in tema di rifiuti 2021-2027 e rappresentano quindi la visione politica di questa giunta e gli obiettivi che essa si pone per i prossimi sette anni. Questo è il futuro che l’Amministrazione Regionale sta progettando. L’Umbria sarà destinata a diventare il luogo per lo smaltimento dei rifiuti di mezza Italia. Siamo condannati a subire un pesante inquinamento ambientale, minaccia per la salute di tutti i cittadini, esposti involontari. Le scelte della Giunta, incapace di indirizzare e sostenere politiche imprenditoriali più lungimiranti, mal si conciliano con gli imponenti finanziamenti che l’Europa sta investendo per la transizione energetica a favore di corrette politiche ambientali. Mentre l’Unione Europea marcia spedita verso il Green Deal, in Umbria si vuol far passare l’incenerimento per economia circolare, con un’inaccettabile forma di greenwashing. La vera economia circolare non intende chiudere il ciclo dei rifiuti con la loro combustione. Ma considera i rifiuti come materia prima seconda, da reintrodurre nella produzione. I cittadini umbri rifiutano questo progetto politico e amministrativo, vero e proprio attentato all’ambiente, alla salute, all’identità della regione, al futuro nostro e delle giovani generazioni. Il cuore verde d’Italia non può diventare un inceneritore”.