Home Cronaca Rifiuti e discariche, Colognola sempre più coinvolta nell’inchiesta dell’Antimafia sugli smaltimenti

Rifiuti e discariche, Colognola sempre più coinvolta nell’inchiesta dell’Antimafia sugli smaltimenti

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La discarica di Colognola

Smaltimenti di compost scadente in discarica, dopo il blitz del Noe spuntano nuove ipotesi. Ne riferisce oggi il Messaggero con un articolo a firma di Luca Benedetti. C’è il nodo del conferimento di 3.500 tonnellate di materiale con parametri non conformi. L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e carabinieri del Noe sul presunto traffico di rifiuti con al centro l’impianto di compostaggio di Casone gestito da Vus Spa, batte un altro colpo. E allunga la lista di chi è finito nel registro degli indagati con altri due nomi a quelli della prima ora. Indagati che sarebbero legati ai trasporti dei rifiuti tra Casone e le discariche di Colognola e Belladanza (Città di Castello). Per quei conferimenti, di fatto ritenuti non conformi dall’indagine dei carabinieri del Nucleo tutela ambientale.

Oltre a quella di Sant’Orsola, discarica deputata dal piano d’ambito a lavorare in tandem con l’impianto di Casone, anche sulle altre due – riferisce il Messaggero – si sono appuntate le attenzioni dell’inchiesta perché c’è da capire quale siano le giustificazioni che hanno portato nelle tre discariche oltre 3.500 tonnellate rifiuti speciali non pericolosi (compost fuori specifica), risultate non conformi all’accettazione per il parametro indice respirometrico dinamico.

Per la vicenda della gestione dell’impianto di compostaggio di Casone erano stati già indagati, a vario titolo (l’accusa è tutta da dimostrare), il direttore generale di Vus spa all’epoca dei fatti, Walter Rossi, l’allora presidente Maurizio Salari, ex sindaco di Foligno, Paolo Bordichini responsabile tecnico di Casone e di Sant’Orsola, di Roberto Calcabrina responsabile operativo dell’impianto finito sotto indaginee di Massimo Benedetti, altro tecnico. A metà gennaio il Noe, su richiesta della Dda perugina accolta dal Gip Natalia Giubilei, aveva operato il sequestro di 811mila euro “quale somma equivalente degli illeciti profitti ricavati per le irregolarità riscontrate nella gestione dell’impianto di compostaggio di Casone”.

A proposito del sequestro, il presidente della Valle Umbra Servizi, Vincenzo Rossi ha detto ieri durante i lavori del consiglio comunale che “la prossima settimana ci sarà il Riesame e in quel contesto vedremo le carte. Contestualmente procederemo con l’annunciata presentazione di istanza di dissequestro degli 811mila euro sequestrati”. Diventa il Riesame un passaggio importante sul fronte dell’inchiesta ed è la prima mossa di Vus Spa per capire le carte dell’inchiesta che ha fatto finire tra gli indagati ex amministratori e tecnici.