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Il gruppo “Ceri 2020” propone la festa con un protocollo: orari ridotti e tremila ceraioli coinvolti

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Festa dei Ceri con un protocollo specifico che tenga conto dell’emergenza sanitaria. Il gruppo “Ceri 2020”, con ex Capodieci e ceraioli di diversa età, che a giugno era già uscito allo scoperto, rilancia la proposta di organizzare comunque un’edizione nel 2021 che “preservi l’essenza del rito e garantisca la continuità della tradizione, evitando se possibile un secondo definitivo annullamento causa Covid, in attesa di poter tornare in futuro a una forma tradizionale della manifestazione”.

E’ stato depositato in Comune uno schema di protocollo in linea con le norme di contrasto al virus e si propone “una forma molto ristretta”, a cui ha lavorato un comitato tecnico interno al gruppo, composto da esponenti del mondo medico-scientifico ed esperti del settore sicurezza “con il valore aggiunto di essere ceraioli e dunque conoscere le esigenze e peculiarità del rito dei Ceri”.

Il protocollo prevede la realizzazione di una bolla all’interno delle mura del centro storico e lo svolgimento del rito essenziale: l’Alzata dei Ceri e la corsa lungo l’itinerario cittadino fino in cima al monte Ingino, il tutto in poche ore e per preservare – evidenziano i promotori – l’essenza autentica dell’omaggio al patrono. All’interno delle mura, è indicata la presenza di un massimo di tremila ceraioli (mille per ogni Cero), con green pass e tampone negativo, chiamati a partecipare attivamente alle fasi essenziali.

Si sono esposti, come comitato tecnico, l’ingegnere Luca Tasso, avvalorato esperto in prevenzione e sicurezza e piani di emergenza ed evacuazione, e il dottor Vincenzo Ambrogi, direttore dell’unità di chirurgia toracica al dipartimento scienze chirurgiche del policlinico Tor Vergata, e per il gruppo “Ceri 2020” i sangiorgiari Vittorio Fiorucci e Massimo Panfili, già Capodieci.

Viene chiesto al sindaco “di farsi carico della necessità di sottoporre questo progetto all’attenzione del prefetto e di individuare una data utile per lo svolgimento”. Viene anche richiamato quanto fatto altrove per le manifestazioni tradizionali in Italia, come lo scorso 14 agosto i Candelieri di Sassari, una delle cinque feste con le macchine a spalla gemellate coi Ceri e patrimonio dell’Unesco.

Per il gruppo, la motivazione fondamentale di questo protocollo per “la situazione pandemica che non consente soluzioni alternative ma soprattutto è l’impossibilità di avere per maggio 2022 la certezza assoluta che possa svolgersi la festa come noi la conosciamo. Il rischio di dover annullare i Ceri per il terzo anno non è da escludere e dunque è necessario pensare fin d’ora ad una ipotesi ristretta che potrebbe essere adottata anche prima della fine del 2021”. C’è il timore che l’attesa di una festa secondo tradizione «potrebbe protrarsi molto a lungo a scapito soprattutto delle più giovani generazioni, che rischiano di abituarsi a non averla più, come anche dei più anziani che si chiedono se mai potranno rivedere almeno una volta i Ceri.