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Appello a Draghi, la firma di Stirati divide la maggioranza

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Palazzo Pretorio sede del Comune

E’ bastato l’annuncio del Comune che il sindaco Filippo Mario Stirati ha firmato l’appello a Draghi – affinché ritiri le dimissioni restando alla guida del governo con Pd, Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia – per aprire il tam tam interno alla maggioranza che sull’iniziativa è divisa.

Da quando Draghi si è dimesso ci sono state infatti sui social esternazioni di giubilo anche di uno dei fondatori e leader della lista civica Liberi e Democratici (LeD), maggiore azionista della coalizione del sindaco, che ha salutato con favore il passo indietro dell’ex presidente della Bce sottolineando la pesante crisi economico-sociale che sta travolgendo il Paese.

Gli esponenti più a sinistra della maggioranza di Stirati sottolineano come Draghi non rappresenti l’area di centrosinistra e soprattutto evidenziano le condizioni critiche su molti fronti, dall’economia alla sanità passando per la posizione filo-ucraina sul conflitto che ha provocato danni economici con il rincaro dei prezzi energetici e l’aumento dell’inflazione su livelli sconosciuti da decenni.

Stirati ha deciso di schierarsi con il migliaio di sindaci, su 7.904, che sono scesi in campo per convincere Draghi a restare alla guida del governo al di là delle formule per il dibattito dilaniante interno ai 5 Stelle e in un quadro politico di confusione e con posizioni antitetiche sia sugli elementi di principio che sulle cose da fare.