Home Cronaca Processo Trust, si torna in aula. Che farà Goracci? Il rebus della...

Processo Trust, si torna in aula. Che farà Goracci? Il rebus della prescrizione e delle parti civili

1047
0
L'ex sindaco Orfeo Goracci

Riprende domani, lunedì 21 novembre, il processo Trust che vede come principale imputato l’ex sindaco Orfeo Goracci, oggi tornato a esercitare la professione di maestro elementare e consigliere comunale di minoranza. Appuntamento al tribunale di Perugia alle ore 13:30 quando è previsto il proseguimento dell’audizione del colonnello Goffredo Rossi, all’epoca degli arresti (14 febbraio 2012) comandante dei Ros Perugia.

Tutte le attenzioni sono puntate su Goracci che non era in aula nell’ultima udienza, il 25 ottobre scorso, quando il legale Franco Libori ha annunciato la non rinuncia alla prescrizione da parte del suo assistito per 18 capi d’imputazione, con altri due (concussione e tentata concussione per quanto è dato sapere) che dovrebbero prescriversi ad aprile 2023. Di Goracci è atteso un pronunciamento in aula per confermare quanto prospettato dal suo avvocato. L’ex sindaco potrebbe infatti cambiare linea.

L’opinione pubblica eugubina è divisa su quanto potrebbe accadere, tra chi ritiene che Goracci rinuncerà alla prescrizione sulla scia di quanto hanno fatto gli altri sei imputati e per seguire la coerenza politico-ideologica che rifacendosi ai dettami della sinistra considera la prescrizione non un’assoluzione, e chi ritiene che invece si avvarrà della prescrizione aspettando che cadano in prescrizione anche gli ultimi capi d’imputazione senza aspettare la sentenza di primo grado che qualora fosse di condanna anche per un solo capo d’imputazione aprirebbe un caso con ripercussioni sulle eventuali mosse politiche in vista delle prossime scadenze elettorali del 2024 e oltre. Goracci già candidato a sindaco nel 2001, 2006 e 2019, si ricandiderà anche nel 2024?

La prescrizione di Goracci potrebbe rivelarsi un rebus, senza escludere sorprese e colpi di scena: se l’ex sindaco non farà un diverso pronunciamento, uscirà dal processo per avvenuta completa prescrizione nella prossima primavera.

Alla prescrizione hanno invece rinunciato senza esitazioni gli altri 6 imputati, ovvero l’ex vicesindaco poi sindaco traghettatore Maria Cristina Ercoli, gli ex assessori Lucio Panfili e Graziano Cappannelli e i dipendenti comunali Lucia Cecili e Nadia Ercoli, oltre all’ex segretario generale Paolo Cristiano che è atteso in aula domani (21 novembre) per annunciare la rinuncia prospettata il 25 ottobre dal suo legale, David Brunelli.

La non rinuncia alla prescrizione è stata scelta pure dall’ex dipendente Umberto Baccarini dell’ufficio protocollo che ha avuto un ruolo marginale nella vicenda, che intanto va ricordato ha comunque già messo un punto importante con il patteggiamento a 16 mesi di reclusione di Marino Cernicchi, ex assessore ai Lavori pubblici e ritenuto un fedelissimo dell’ex sindaco.

Salvo cambiamenti, il collegio giudicante presieduto da Mariella Roberti procederà ad ascoltare i 18 testimoni indicati da Goracci, almeno fino alla maturazione della prescrizione degli ultimi due capi d’imputazione, tenuto conto che dal 10 febbraio 2015, quando è cominciato il processo di primo grado, ne sono stati ascoltati solo 11 e ne mancano ancora un centinaio.

Il processo, cominciato il 10 febbraio 2015, ha fin qui registrato 38 udienze con 6 collegi diversi e 11 testimoni ascoltati, compreso il colonnello Goffredo Rossi.

Sono in attesa le parti civili per la piega del processo: la prescrizione indurrebbe i 12 che si sono costituti parte civile a dover scegliere tra il pagamento delle spese per i propri avvocati oppure intentare una causa civile per risarcimento danni da Goracci dai tempi prevedibilmente biblici. Si tratta del Comune di Gubbio, Franco Bazzurri, Pio Francesco Baldinelli, Alfredo Maria Brofferio, Patrizio Ceccarelli, Pasquale Riccardo Fornaia, Piero Gallo, Nadia Minelli, Adamo Naticchi, Lorenzo Rughi, Gabriele Silvestri e Loredana Vispi.

La questione è delicata specie per il Comune di Gubbio, che senza un giudizio e un eventuale risarcimento rischia di dover caricare le spese sul bilancio dell’ente e quindi sui cittadini. Sullo sfondo c’è anche la situazione della Corte dei Conti, che avrebbe tenuto in sospeso il fascicolo in attesa dell’esito del processo per poi regolarsi sulla questione dell’eventuale danno erariale legato a tutta l’inchiesta. Goracci, che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti contestati rivendicando la legittimità di atti e comportamenti, potrebbe nelle prossime sedute cambiare idea sulla facoltà di avvalersi della prescrizione.