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Monitoraggio: si respira aria buonissima. Conclusa l’indagine di università La Sapienza e Cnr. Buttati via 173.000 euro

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A Gubbio si respira aria buonissima: ci sono le indiscrezioni (e vanno in questa direzione) sulla relazione relativa al monitoraggio sul territorio commissionato dall’Amministrazione Comunale a università La Sapienza di Roma e Cnr, con una spesa di 173.000 euro tirati fuori dall’asfittico bilancio.

Si è avuta la conferma dei dati positivi sulla buona qualità dell’aria già ufficializzati il 13 aprile 2022 per il primo monitoraggio che faceva riferimento a un periodo temporale suddiviso in due differenti campagne, effettuate a partire da ottobre 2021 a metà gennaio 2022, per un totale di 6 settimane di durata per ciascuna campagna, sulla base dei riscontri da 20 postazioni sparse su tutto il territorio comunale.

Le risultanze della relazione per il monitoraggio al 31 dicembre 2022 verranno ufficializzate nei prossimi giorni e bisognerà vedere se il sindaco Filippo Mario Stirati e la maggioranza decideranno di tenere tutto riservato fino ai Ceri, anche se ci sono pressioni dai consiglieri comunali in subbuglio per il paventato ricorso al Consiglio di Stato sull’autorizzazione rilasciata dalla Regione alle cementerie Barbetti e Colacem, dietro normative nazionali ed europee, fino a prospettare una crisi: qualcuno potrebbe decidere di staccare la spina all’attuale mandato politico-amministrativo che si avvia in modo spento alla conclusione tra grossi problemi che tutto sono meno che legati al Css.

Viene rilanciata un’altra questione: lo spreco di denaro pubblico deciso dalla Giunta Stirati per inseguire i soliti fanatici dell’ambientalismo ideologico-politico dai risvolti elettorali. Stirati e i Liberi e Democratici (LeD) sull’ambientalismo inseguono continuamente la sinistra radicale, guidata da Orfeo Goracci. Non è escluso l’interessamento della Corte dei Conti dell’Umbria sui soldi pubblici riversati continuamente su certe iniziative come questa del monitoraggio (peraltro effettuato quotidianamente da Arpa) per accontentare una parte di elettorato più che destinare risorse economiche nell’interesse dell’intera collettività viste le problematiche su gestione ordinaria e investimenti.