Il 15 maggio passa alla storia per il solito straordinario carico di passione, sentimento e coraggio. Il Cero di Sant’Ubaldo oscilla lungo corso Garibaldi, ma i ceraioli sono bravissimi a evitare il peggio e lo sono ancora di più nello strappo finale sul monte Ingino quando San Giorgio sta nella scia per lunghi tratti però poi non riesce ad andare oltre. I santubaldari arrivano in basilica riuscendo a chiudere il portone per il rito, sempre discusso e controverso, di lasciare fuori gli altri due Ceri e fare festa da soli nel chiostro per smontare il Cero senza gli altri.
La corsa è stata spettacolare e piena di brividi come solo questa festa sa procurare perché non esiste un vincitore, non c’è mai una classifica o un premio. I Ceri sono stati travolgenti lungo la Calata dei Neri, partendo puntualissimi dopo la benedizione del vescovo Luciano Paolucci Bedini con la reliquia del patrono. Si sono lanciati vertiginosamente lungo le vie cittadine, con Sant’Antonio attardato nel risalire via dei Consoli ma con la carica di sempre per affrontare insieme agli altri le girate della sera, via XX Settembre, i due Buchetti e l’ascesa sul monte Ingino per raggiungere la basilica. Che sarebbe stata una grande giornata lo si è capito fin dal mattino.
L’Alzata e le girate sono state spettacolari. Si sono presi la scena, con oltre diecimila persone in piazza Grande, i Capitani Luca Cecchetti e Roberto Pierotti, nel cerimoniale sulla scalinata del palazzo dei Consoli, e i Capodieci Corrado Fumanti di Sant’Ubaldo, Euro Bellucci di San Giorgio e Riccardo Martiri di Sant’Antonio che hanno trascinato i ceraioli e la folla, con qualche ferito soprattutto da frammenti di brocca che è ricorso alle cure della postazione dei soccorsi a palazzo Pretorio.
Si è arrivati al momento clou passando per l’omaggio ai ceraioli defunti e la messa del mattino nella chiesina di San Francesco della Pace, detta dei Muratori, dove il vicario generale della diocesi e cappellano dei Ceri, don Mirko Orsini, ha evidenziato come «non si può scindere Sant’Ubaldo dalla Festa dei Ceri e i Ceri dal patrono. Non correte per voi, ma per rendere testimonianza con la vita e l’esempio a Sant’Ubaldo e non a se stessi. Rendiamo omaggio al patrono vivendo questa giornata in letizia, gioia e pace». Alla fine del rito religioso sono stati estratti dal bussolo dell’Università dei Muratori i Capitani del 2025: Fabio Latini e Oliviero Baldelli. Per il 2024 sono già noti Eric Nicchi e Fabio Mariani. Ora toccherà ai Ceri Mezzani (domenica prossima) e ai Piccoli il 2 giugno.
Lo spettacolo della folla in piazza Grande al mattino e a palazzo Pretorio il ritrovo di tanti rappresentanti istituzionali, dal sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco a Donatella Tesei presidente della Regione, con Stefania Proietti presidente della Provincia e sindaco di Assisi, gli assessori regionali Paola Agabiti e Luca Coletto, il sindaco gualdese Massimiliano Presciutti, il presidente del Coni Umbria Domenico Ignozza, con il sindaco Filippo Mario Stirati a fare gli onori di casa in una edizione della festa che si lega al cinquantennale dei Ceri simbolo identitario della Regione Umbria dal 1973.
La tradizione ceraiola supera i confini eugubini per arrivare, come ormai da lunghi anni, anche in Pennsylvania, Stato nel nord-est degli Stati Uniti, nella storia una delle prime tredici colonie americane, per il Saint Ubaldo Day. La Festa dei Ceri americana ha luogo l’ultimo sabato di maggio a Jessup, città gemellata con Gubbio dal 2004. Mancavano solo le brocche che hanno raggiunto la città americana, spedite da una bottega artigiana eugubina. Decisi i Capodieci a stelle e strisce nella comunità dove sono in tanti ad avere origini eugubine: quest’anno per il Cero di Sant’Ubaldo è stato scelto Jeffe Donnini, per San Giorgio Joe Cavagnaro e per Sant’Antonio Marty Coar. I Capitani saranno Jeff Cruciani e Carlo Celli.