Home Attualità Medici precari dell’emergenza in rivolta: chiedono la stabilizzazione

Medici precari dell’emergenza in rivolta: chiedono la stabilizzazione

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I 36 medici delle Usl Umbria 1 e Umbria 2, e delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni operanti nel settore dell’emergenza sanitaria territoriale con contratti in convenzione a tempo determinato come stabilito e regolato dall’Accordo collettivo nazionale, hanno scritto all’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, al presidente della Regione, Donatella Tesei, e al direttore della Centrale operativa unica della Regione, Francesco Borgognoni. “Da anni alcuni di noi, ben sedici, operano nell’Est 118 e pronto soccorso di tutta la Regione, nei Dea di primo e secondo livello senza aver avuto il riconoscimento professionale – scrivono – mediante una stabilità contrattuale. Ricordiamo che ognuno di noi è un professionista formato e addetto a questo tipo di lavoro. In questo tempo storico di emergenza pandemica continuiamo a lavorare mossi dal senso civico e deontologico anche in condizioni critiche, come normale che sia in uno stato di tale necessità. Il 19 marzo scorso l’Usl Umbria 1 con delibera numero 359 del commissario straordinario Silvio Pasqui ha pubblicato la proroga del contratto in essere a tempo determinato sino a data da destinarsi con decorrenza dal prossimo primo aprile fino all’applicazione della nuova graduatoria aziendale. Non nascondiamo la delusione che acquisisce anche le caratteristiche di un sentimento di ingiustizia sociale nel dover apprendere di essere stati esclusi dal provvedimento grazie a cui verranno stabilizzati tutti gli operatori sanitari. Con le delibere delle Usl Umbria 1, Usl Umbria 2 e aziende ospedalieri di e Terni, evocando lo stato di necessità, hanno avviato le procedure di stabilizzazione di personale operante nel settore sanitario, fatta eccezione per i medici del settore emergenza sanitaria territoriale con contratto in convenzione. Chiediamo un provvedimento immediato che restituisca a questa categoria di professionisti che opera in prima linea nell’emergenza Covid-19, ma non solo, il giusto riconoscimento e in particolare l’estensione del provvedimento di stabilizzazione al personale medico Est 118-pronto soccorso convenzionato in servizio attivo; percorsi formativi per il personale medico operante nei servizi di emergenza come proposti nel documento del 15 novembre 2019 redatto dall’accademia dei direttori di pronto soccorso e la società Simeu; pubblicazione delle aree carenti. Si scongiurerebbe, in tal modo, il pericolo di un’inevitabile diaspora di medici del settore Est – come già avvenuto – verso altre regioni e verso altri settori professionali. Laddove non venissimo ascoltati, ci vedremmo costretti a non rinnovere ulteriomente i contratti in essere una volta risolto l’attuale stato di emergnza Covid-19. Solo lo stato di necessità in cui versa l’Umbria, e prima ancora il Paese, il senso civico, la nostra deontologia professionale e su tutti la legge morale che è in noi medici, hanno fatto sì che fino a oggi lavorassimo con dedizione e spirito di abnegazione, anche in una situazione critica come quella che stiamo vivendo. Siamo disponibili al confronto”.