Nel cuore della notte, ieri sera alla Domenica Sportiva su Rai Due, il volto, la voce e il pensiero di Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro. Con lui era collegato in diretta Marcello Nicchi, capo degli arbitri, mentre il presidente federale Gabriele Gravina aveva consegnato il suo pensiero in un servizio. Dallo studio Sabrina Gandolfi ha stimolato Ghirelli sulla situazione dello sport più amato, praticato e seguito: “Siamo di fronte a una guerra, le case sono distrutte, quindi serve fare grandi sacrifici tutti insieme ripartendo dal tetto sotto cui doversi riparare. Abbiamo appena fatto un’assemblea con tutti i 60 club, è stata emozionante e toccante. Manca la liquidità, potremmo avere una falcidia di società, che oggi hanno bisogno di interventi, di ammortizzatori sociali, di cassa integrazione”.
Ghirelli ha invitato tutto il calcio italiano a fermarsi e riflettere, a trovare risposte e prospettive. L’ha fatto in modo commosso e appassionato, così come lucido e determinato. Ha mandato segnali forti a tutto il sistema perché il presente è più importante del futuro. La salute al centro di tutto e la situazione generale prioritaria per immaginare cosa potrà succedere quanto tutto sarà finito: questo ha ricordato Ghirelli, sottolineando l’impegno della Lega Pro fin dall’inizio dell’emergenza con l’unità di crisi prontamente attivata e il ricorso a esperti per studiare gli effetti devastanti.
Non si è posto il problema di quando ricominciare ma di come ricominciare, avendo a cuore esclusivamente le sorti delle persone, sul piano personale per quanto si sta consumando tra storie strazianti e su quello economico-lavorativo per la volontà di ripartire cercando di non cadere irrimediabilmente. E’ stato un gigante Ghirelli. Ha saputo toccare i sentimenti e la ragione, ha coniugato il dramma con la prospettiva. E’ emerso il sangue eugubino di persona verace e determinata che sa come non girare attorno alla sostanza dei problemi, spingendosi alla ricerca di risposte.
Può ritenersi Ghirelli il più lucido e lungimirante dei dirigenti dell’intero sistema calcio, capace di riconoscere la fragilità umana in una tragedia immane e la consapevolezza che ripartire è nell’indole dell’uomo mai arrendevole. Si dovrà ripartire da Ghirelli e dal suo modo di approcciare le cose.