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Scintille e veleni tra Goracci e la maggioranza sui cambiamenti a palazzo Pretorio

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Palazzo Pretorio sede del Comune

Sui cambiamenti a palazzo Pretorio, tra il rimpasto e i nuovi ingressi oltre all’insediamento ufficiale del nuovo gruppo Democratici per Gubbio, ci sono state scintille oggi durante i lavori in videoconferenza del Consiglio Comunale.

L’ex sindaco Orfeo Goracci è passato all’attacco sulle mutazioni interne alla coalizione di Stirati passata da tre forze politiche elette nel 2019 a cinque viste le fuoriuscite dai LeD (Liberi e Democratici) che hanno dato vita al Gruppo Misto e ai Democratici per Gubbio. Goracci ha riproposto i temi sui quali aveva già esternato sui social. “Dopo le dimissioni di Tonino Fagiani avevo scritto che ci trovavamo di fronte un’Armata Brancaleone, ora le cose sono peggiorate con un altro consigliere dimissionario. Dopo essere stati il Comune con il Gruppo Misto più numeroso d’Italia, erano in 5, ora rimasti in 2 visto che in 3 hanno formato un nuovo gruppo, diventati 2 perché un loro rappresentante uno strapuntino in giunta l’ha avuto, ci troviamo ad avere un altro record negativo con 4 surroghe di consiglieri, un numero così enorme in un’unica seduta, a 20 mesi dalle elezioni, rappresenta un’altra assurdità non solo per la storia istituzionale del nostro comune, ma credo rappresenti anche un record nazionale. Tra dimissionari e dimissionati, con due consiglieri nominati in giunta abbiamo un valzer indecoroso. Il sindaco non è certo digiuno di logiche politiche, può fare il muro di gomma quando e quanto vuole, ma questi sono evidenti segnali di smottamento della sua maggioranza e senza essere mago o profeta, temo per Gubbio che tra qualche settimana, al massimo pochi mesi, in vista di scadenze brucianti la sua maggioranza franerà ulteriormente”.

Si sono innescate le reazioni dai banchi della maggioranza. In particolare, hanno picchiato duro Francesco Zaccagni (Socialisti Civici Popolari), Mattia Martinelli (Scelgo Gubbio) e Riccardo Biancarelli (Democratici per Gubbio), che hanno ricordato a Goracci i trascorsi nei 9 anni da sindaco quando la maggioranza a guida Rifondazione Comunista arruolava personaggi di ogni genere, a cominciare dal rapporto con la destra nel 2001 che sfociò in un assessorato consegnato a un soggetto legato a Forza Italia dopo un patto con il partito di Berlusconi. E’ stato ricordato quando Massimo Ceccarelli votò il bilancio salvando la maggioranza di Goracci per poi ricevere in cambio un incarico istituzionale. Su Goracci si sono scagliati i fulmini della coalizione di Stirati che ha in sostanza reputato inaccettabili lezioni da chi in passato ha fatto uguale se non peggio. Zaccagni ha sottolineato come “questa maggioranza ragiona e discute ma non porta il cervello all’ammasso come spesso avveniva in passato quando c’erano consiglieri che alzavano la mano senza sapere cosa votavano anche perché c’era un capo che non avrebbe accettato il dissenso”.