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Ora è ufficiale: Manca e Vergari passano al Pd, come anticipato da Vivogubbio. La Lega accusa: “Non si rispettano gli elettori”

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La residenza municipale

Vivogubbio.com aveva annunciato, lo scorso 22 aprile, che Giovanni Manca e Giorgia Vergari avrebbero dato il proprio voto favorevole sul bilancio per poi uscire dalla maggioranza, lasciare il Gruppo Misto e aderire al Pd affiancando Marco Cardile, unico eletto nel 2019 in Consiglio Comunale dopo esserne stato candidato a sindaco. Manca e Vergari in pratica tornano nel Pd che avevano lasciato alla vigilia delle elezioni Comunali 2019 per candidarsi nella coalizione di Stirati contro il Pd. Di sicuro da oggi Stirati perde due pezzi della sua maggioranza dopo tutte le “transumanze” interne.

I commenti sono di vario tenore, tra ironia e battute più o meno velenose sulle porte girevoli di Palazzo Pretorio per l’andirivieni continui da un gruppo all’altro.

“Abbiamo sempre sostenuto l’attuale amministrazione della città – scrivono Manca e Vergari che oggi pomeriggio hanno protocollato la lettera di passaggio al Pd – con spirito costruttivo e cercando di offrire il nostro contributo nel rispetto delle istanze dei cittadini. In questa maggioranza di governo abbiamo tentato di ricercare profili di rinnovamento e di apertura, compiendo con consapevolezza la scelta di candidarci alle elezioni con questo obiettivo sempre presente. Oggi è necessario fare un bilancio degli ultimi due anni, partendo dal contesto della nostra città caratterizzato da condizioni sociali ed economiche di grandissima difficoltà, emerse già da tempo e che l’avvento della Pandemia ha ulteriormente aggravato. Vediamo che, al di là di alcune scelte condivisibili, non ci sia ancora ad oggi una reale volontà di innovazione sia nel metodo che nel merito dell’azione amministrativa. La domanda che ci siamo posti è la seguente: se non ora quando? Mentre altri Comuni adottano scelte coraggiose a sostegno di cittadini e imprese, a Gubbio prendiamo atto dell’assenza di una volontà di ridisegnare il futuro della nostra comunità, assistendo  a pratiche politiche che speravamo fossero superate. Si decide di non decidere. Abbiamo votato l’ultimo bilancio poiché, in un momento come questo, non intendiamo prestare il fianco a facili accuse. Ora tuttavia, è arrivato il momento di fare chiarezza. Gubbio è isolata perfino nel nostro comprensorio, con Gualdo Tadino che promuove progetti insieme ai comuni della fascia. In un momento di crisi drammatica come questo, infatti, occorre promuovere progetti di sviluppo concreti e coerenti con la politica europea e nazionale (Next Generation Eu) rivolti a favorire una crescita resiliente, usando anche strumenti a disposizione del Comune come ad esempio un innovativo Prg. Questo coinvolgendo i cittadini, le associazioni, le parti sociali, oltre alle più autorevoli personalità tecniche, per offrire alla città un nuovo modello di sviluppo sostenibile e competitivo, riaffermando così il ruolo di Gubbio quale principale attore protagonista nell’area vasta (nord est), cerniera fondamentale con le Marche, facendo sistema nell’ambito della strategia dell’Italia di mezzo. Anche in tema di bilancio non si può rinviare un metodo di partecipazione attiva, per sostenere anche attraverso la leva fiscale e tributaria propria del Comune, i cittadini e le imprese. Non è più impossibile aspettare, altri Comuni lo hanno già fatto. Non è più rinviabile, all’interno della nuova idea urbanistica della città, la valorizzazione ed una nuova destinazione d’uso dei grandi contenitori pubblici (immobili comunali). Gubbio merita un grande piano di opere pubbliche in cui la politica sia in grado di disegnare una nuova visione intercettando le nuove e importanti opportunità di finanziamento dei fondi europei. Avevamo espresso in più occasioni la nostra voglia di collaborare per il bene della città, ma le cose da fare ci sono ancora. Nulla è cambiato dall’oramai lontano gennaio 2020. Per queste motivazioni, pur sintetiche, crediamo che a Gubbio sia ormai irreversibile l’apertura di una nuova fase politica che veda al centro le forze politiche e non più le liste civiche. È evidente che, per tradizione e per cultura, la città chiede a gran voce un ruolo forte ed autorevole del Partito Democratico, il quale, grazie alla svolta compiuta nell’ultimo congresso con l’elezione di Massimiliano Grilli segretario, crediamo che possa finalmente assumere. La nostra esperienza giovanile e il nostro senso d’appartenenza ci vede impegnati da sempre nel contesto delle forze democratiche patrimonio di questa città e questo continueremo a fare. L’autorevole esperienza del governo Draghi ha messo in evidenza come le scelte complesse trovano soluzione e terreno fertile con la partecipazione nei luoghi propri della democrazia, i partiti. I partiti organizzati a tutti i livelli saranno il motore pulsante di una nuova stagione politica e non certo i gruppetti e gruppettini. Gruppetti che di facciata si proclamano come democratici e innovatori e sotto strizzano l’occhio alle vicende interne del Pd. Noi siamo diversi. In politica servono scelte chiare e non giocare a nascondino. Scegliamo e crediamo nel Pd nato dal congresso del 24 aprile, come nuovo soggetto in grado di costruire una coalizione di forze riformiste per offrire a Gubbio capacità di scelta e coraggio di governo, autorevolezza, spazi di vera partecipazione democratica per i cittadini. Per questo da oggi la nostra esperienza continua dai banchi dell’opposizione, con rispetto dei ruoli e concretezza costruttiva perseguendo sempre l’interesse generale di Gubbio”.

LEGA ALL’ATTACCO. Il gruppo consiliare della Lega, con Michele Carini, Stefano Pascolini e Angelo Baldinelli, entra deciso sulle ultime manovre: “Il Pd eugubino dimostra ancora una volta di essere prigioniero delle vecchie dinamiche politiche, senza rispetto della volontà degli elettori. Nel 2019 il Partito Democratico ha ottenuto il 7 per cento ed è riuscito a piazzare un consigliere in extremis. Ora si ritrova in consiglio con tre consiglieri di cui Manca e Vergari che hanno cambiato casacca due volte. Con questi passaggi ci ritroviamo con una maggioranza risicata, ridotta al minimo e il timore è che le scelte importanti per il nostro territorio non si riusciranno a prendere, rischiando di tenere in stallo la città”.