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Il Gubbio si difende dopo la multa: “Punizione ingiusta, abbiamo fatto controlli migliori”

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Il presidente del Gubbio, Sauro Notari (foto As Gubbio 1910)

Il Gubbio non ci sta. La società prende posizione dopo il deferimento della Procura Federale a carico della società, del presidente Sauro Notari e del medico sociale responsabile dei protocolli sanitari anti-Covid Giangiacomo Corbucci con la multa di quasi 5.000 euro per la mancata applicazione di tutte le procedure previste dal regolamento in alcune situazioni dall’ottobre 2020 al gennaio 2021.

Il Gubbio in sostanza sostiene di aver effettuato controlli migliori rispetto a quelli previsti dal regolamento, secondo quanto stabilito dal dottor Corbucci d’intesa con il cerchio magico a cui Notari ha affidato l’incarico di seguire il settore dei tamponi e test con lo staff medico.

“La società in base ai dati scientifici disponibili – scrive il club – si è optato per eseguire un numero di tamponi molecolari molto superiore a quanto richiesto dalla normativa poiché ritenuti lo strumento più efficace per proteggere la salute del gruppo squadra. Inoltre la società ha ritenuto opportuno non procedere con i test antigienici stante la poca affidabilità degli stessi, anche se il Cts della Federazione aveva indicato la possibilità di eseguire detti test al posto dei tamponi molecolari con evidente risparmio economico per le casse sociali.  La Procura ha contestato alla nostra società la non completa effettuazione dei test sierologici come prescritto dal Comitato tecnico scientifico.  In base alle evidenze scientifiche abbiamo optato per non eseguire completamente questi test poiché come ampiamente segnalato alla Procura anche i test sierologici non hanno alcuna rilevanza al fine della salvaguardia della salute dei tesserati. La correttezza delle procedure anti Covid 19 è testimoniata dal fatto che le uniche positività riscontrate in tutta la stagione sono riconducibili al cluster di ottobre 2020 prontamente isolato e circoscritto.  Riteniamo pertanto profondamente ingiusta l’applicazione della sanzione economica che non ha tenuto in considerazione la buonafede della nostra società che ha investito somme nettamente superiori a quelle richieste dal protocollo, pur di garantire la salute del gruppo squadra attraverso l’unico sistema di prevenzione effettivamente valido: i test molecolari”.