Home Attualità Forni chiusi a Ghigiano, cassa integrazione per 100 e indotto nei guai....

Forni chiusi a Ghigiano, cassa integrazione per 100 e indotto nei guai. Incontro segreto tra Stirati e Tesei

2087
0
Lo stabilimento Colacem a Ghigiano

Per un centinaio di dipendenti della cementerie di Ghigiano è scattata la cassa integrazione restando a casa perché Colacem ha deciso la chiusura dei forni nei prossimi quattro mesi nello stabilimento eugubino, dirottando la produzione nelle altre sedi dov’è consentito l’uso di combustibile alternativo. La situazione si ripercuote anche sull’indotto, tra imprese esterne e trasportatori di materie prime e prodotto finale, che porta il coinvolgimento complessivo a circa duecentocinquanta persone. C’era da aspettarselo: la crisi morde, la politica temporeggia e l’economia continua a franare. Il segnale che viene da Gubbio è pesante.

La decisione del gruppo imprenditoriale è senza precedenti negli oltre cinquant’anni di storia del colosso. I limiti imposti dalle normative europee sulla Co2, che al contempo prevedono l’uso di combustibili alternativi negati per ora in Umbria, hanno spinto Colacem a intervenire di fronte alle perdite economiche. Il nodo della vicenda, che ora rischia di ripercuotersi gravemente sull’economia locale, è il Css (Combustibile solido secondario), dopo la decisione della Regione di prendere tempo con la procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) per cavalcare taluni umori e proteste popolari e politiche.

Ora si attendono le mosse della Regione e del Comune di Gubbio, dopo l’incontro del 3 agosto scorso a Perugia dove peraltro la governatrice Donatella Tesei e il sindaco Filippo Mario Stirati hanno convenuto che il territorio eugubino è particolarmente controllato, anche per la presenza di cinque centraline gestita da Arpa Umbria, e che la qualità dell’aria è tra le migliori dell’Umbria. Colacem al momento non ha ritenuto di avvalersi della facoltà di quanto previsto dal Decreto semplificazione del governo Draghi, varato a fine maggio e convertito in legge nei sessanta giorni, sulla possibilità con una semplice comunicazione di utilizzare combustibili alternativi consentiti dalle norme europee e nazionali.

L’azienda ha annunciato in forma scritta al Comune la decisione di disattivare gli impianti, restando a disposizione per ulteriori controlli in qualunque momento anche alla riattivazione dei forni, a fronte dei dati in possesso in linea con le normative.