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Cementerie, dipendenti mobilitati: temono i licenziamenti. Critiche a Stirati nella sfilata dei politici sempre a caccia di voti

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Un momento della manifestazione promossa dai dipendenti delle cementerie Barbetti e Colacem

L’ombra dei licenziamenti per la situazione difficile e le prospettive complicate attorno ai dipendenti delle cementerie Barbetti e Colacem tra i timori nella battaglia condotta dai comitati ambientalisti spalleggiati dai politici locali sempre a caccia di consensi elettorali alimentando paure e scenari ecologisti apocalittici.

Per questo sabato 30 aprile, nelle ore del mattino, i lavoratori si sono ritrovati nel parcheggio del teatro romano con una trentina di motrici, mettendo nel mirino l’Amministrazione Comunale che ha destinato i soldi del bilancio per nuovi monitoraggi dell’aria dopo le ampie rassicurazioni di Arpa Umbria e per il ricorso al Tar contro l’autorizzazione all’uso del Css concessa dalla Regione in base al decreto semplificazioni del governo Draghi.

Giuseppe Cenni, operaio dello stabilimento di Ghigiano, ha consegnato al sindaco di Filippo Mario Stirati la petizione con 1.500 firme raccolte tra le maestranze del comparto cemento preoccupate per il proprio futuro occupazionale. I lavoratori chiedono al contestato Stirati di ritirare il ricorso al Tar.

Il sindaco promette dialogo con le aziende, ma i rapporti con gli imprenditori restano tesissimi. «”Se si riusciranno a ottenere le risposte che si volevano con il percorso della Via negato dalla Regione – ha detto Stirati -, potremo rivedere alcune nostre azioni”. Ma la Valutazione d’impatto ambientale non è prevista dal decreto Cingolani. Sul palco le Rsu di Barbetti e Colacem che con Marco Grilli promettono battaglia al Comune. C’erano diversi politici impegnati a coltivare ogni tipo di elettorato.

C’era il Pd con il segretario Tommaso Bori e i consiglieri Donatella Porzi e Michele Bettarelli, e per la maggioranza la Lega con Valerio Mancini. C’era pure Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino e presidente di Ali, l’associazione delle autonomie locali, che sul Css ha sottolineato come ci siano “regioni e città che già lo utilizzano e si deve chiedere a loro”.

Emersa tra i dipendenti l’esortazione che si può conciliare lavoro, ambiente e salute. “La politica – è stato rimarcato – ha l’obbligo di trovare soluzioni”.