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I Ceri tornano in città tra mascherine e divieti per i banchetti pubblici. I ceraioli pronti comunque alle “tavolate”

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I Ceri all'interno della basilica di Sant'Ubaldo sul monte Ingino

Il ritorno dei Ceri, al tempo del Covid. Mai tanta attesa e c’era da aspettarselo dopo due anni segnati dalla gestione della pandemia che ha visto bloccato tutto. Il Tavolo ceraiolo ha definito gli ultimi dettagli per la discesa dei Ceri, che domenica primo maggio lasciano la basilica di Sant’Ubaldo per trovare posto nella sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli aspettando il 15 maggio.

Si torna ai rituali, come la messa alle ore 8 sotto l’urna del patrono con l’obbligo di indossare la mascherina e niente distanziamento come previsto dalle attuali normative che regolano il rapporto Stato-Chiesa.

Le mascherine diventano stavolta il fattore dominante sulla festa popolare: un’ordinanza del sindaco Filippo Mario Stirati dispone infatti che quanti partecipano alla discesa dei Ceri (ceraioli, componenti della banda comunale, partecipanti alla sfilata e persone presenti) dovranno indossarle anche all’aperto, preferibilmente (non obbligatoriamente) di tipo Ffp2.

Sono esentati dall’obbligo i bambini di età inferiore a 6 anni, i membri della banda che suonano gli strumenti a fiato, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, le persone che devono comunicare con un disabile in modo incompatibile con l’uso della mascherina.

Nella stessa ordinanza, inoltre, viene espresso il divieto di far salire sui Ceri e sulle barelle i piccoli ceraioli: i Ceri scenderanno quindi in città senza la spinta dei bimbi. Una volta arrivati in piazza Grande, i tre Ceri resteranno sul posto per un tempo sufficiente che permetta a tutti di salutarli e dare il bentornato in città.

L’accesso al palazzo dei Consoli, per motivi legati alla prevenzione del contagio, sarà invece riservato solo a un ristretto gruppo di ceraioli, accompagnati dai Capodieci Alessandro Nicchi di Sant’Ubaldo, Fabio Uccellani di San Giorgio e Andrea Tomassini di Sant’Antonio, secondo un elenco stilato dalle tre Famiglie ceraiole. Con loro ci saranno i Capitani, Eduardo Amadei e Paolo Procacci.

Il museo del palazzo dei Consoli tornerà ad aprire le porte nel pomeriggio, così da consentire l’accesso a quanti vorranno rivedere i Ceri all’interno. L’ordinanza sta suscitando diffusa ironia, sia nella parte relativa all’uso generalizzato delle mascherine che sul divieto di organizzare banchetti, nella consapevolezza che in molti si sono organizzati in taverne private. Le disposizioni sono concordate dal sindaco con il prefetto e il questore, oltre al coinvolgimento del Tavolo ceraiolo.