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Emozioni e gioia per una corsa spettacolare

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L'Alzata

Corsa spettacolare e bellissima, con la sola incertezza del Cero di Sant’Antonio nell’ultima parte della salita sul monte Ingino quando lo si è visto pendere, coi ceraioli comunque abili a evitare guai peggiori, e i Santubaldari che hanno festeggiato doppiamente per aver chiuso il portone della basilica del patrono lasciando fuori i Sangiorgiari nell’unico momento competitivo della corsa. Il ritorno dei Ceri è stato salutato da una prova di forza e d’entusiasmo.

Si sono provate emozioni decisamente forti, spalmate nell’arco di una lunga interminabile giornata. Tutto si è condensato nei dieci minuti per risalire i ripidi tornanti sul monte Ingino fino alla basilica, che custodisce le spoglie incorrotte del patrono, dove si sono consumate le emozioni guardando proprio al portone del chiostro. I Sangiorgiari hanno perso terreno negli ultimi “stradoni”, mentre il Cero di Sant’Antonio si stava sempre più attardando e ha perso contatto. Si è chiusa con il pathos un’edizione della festa unica nel suo genere che stavolta è stata ancor più speciale perché ha riconciliato con la vita dopo due anni terribili.

Hanno trasmesso al meglio queste piacevoli sensazioni i tre Capodieci: Alessandro Nicchi di Sant’Ubaldo, Fabio Uccellani di San Giorgio e Andrea Tomassini di Sant’Antonio hanno guidato con straordinaria autorevolezza i propri ceraioli nel compiere il rito d’amore verso il santo. Il percorso cittadino è stato praticamente perfetto e sotto un bel sole ha offerto uno spettacolo di palpitazioni e colori, con la folla mischiata ai ceraioli che ha trepidato ed esultato a ogni passaggio.

Dopo la processione religiosa guidata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini con la statua lignea del patrono e la reliquia che risale al 1822, con un dente del santo, i Ceri in perfetto orario (alle 18) sono stati lanciati a tutta velocità lungo la Calata dei Neri, corso Garibaldi, via Cairoli, la Calata dei Ferranti, piazza Quaranta Martiri, San Martino salendo lungo via dei Consoli, fino alle “girate” della sera in piazza Grande (aperte dal sindaco Filippo Mario Stirati agitando il fazzoletto da palazzo Pretorio), via XX Settembre, il primo e secondo Buchetto ritrovando l’opera d’arte in pietra de l’Ovo ricordando l’artista Mirella Bentivoglio.

Non ci sono state cadute, né gli ondeggiamenti hanno condizionato i ceraioli che hanno tenuto un passo spedito con il Cero di Sant’Ubaldo che ha preso il maggiore distacco da San Giorgio a San Martino e in via XX Settembre. Motivatissimi e senza freni i ceraioli, che hanno lasciato tutti col fiato sospeso. Il resto è venuto nell’ultimo strappo in salita per arrivare alla basilica sul monte Ingino: un chilometro e ottocento metri percorsi con vigore e determinazione. Alla fine, il vescovo ha avuto parole cariche di emotività: “Giornata memorabile e festa meravigliosa, sembrava come se fosse la prima volta. Ricordatevi di essere un popolo, una famiglia e una comunità. Il popolo di Sant’Ubaldo va al di là delle appartenenze. Questa festa è il frutto migliore dei lavoro e la partecipazione di tanti”.

Le hanno sprigionate tutta in una volta, gli eugubini, l’energia e la passione tenute dentro dall’ultima volta della Festa dei Ceri nel 2019. Pochi minuti di adrenalina purissima sono bastati per riconquistare la scena. Due edizioni annullate per la gestione della pandemia e ieri mattina l’incanto del ritorno dei Ceri con l’Alzata spettacolare in piazza Grande, gremita tra l’entusiasmo.

Una settantina di persone hanno avuto qualche problema tra malori e traumi, con tre ricoveri in ospedale a Branca.

Tana liberi tutti, è stato il sentimento condiviso tra la voglia di libertà e qualche mascherina perché all’aria aperta sotto il sole c’era solo lo spirito di chi ha voluto riappropriarsi della vita. Sui social hanno trovato largo spazio le foto e i video con tanti commenti entusiastici. Si sono caricati a mille, fin dalle prime luci del giorno più lungo, i Capitani Eduardo Amadei e Paolo Procacci, e i Capodieci Alessandro Nicchi di Sant’Ubaldo, Fabio Uccellani di San Giorgio e Andrea Tomassini di Sant’Antonio.

La messa nella chiesina di San Francesco della Pace, detta dei Muratori, ha visto lanciare le espressioni più belle e sentite per il popolo ceraiolo dal cappellano dei Ceri, don Mirko Orsini: “Come la Pasqua di Resurrezione, tornano i nostri Ceri. E’ un passaggio a nuova vita e ne avevamo proprio bisogno. Portate i Ceri, correte e testimoniate l’amore per il patrono Sant’Ubaldo”.

Alla fine del rito, dal balcone della sede dell’Università dei Muratori, con il presidente Giuseppe Allegrucci, il presidente onorario Carlo Nardelli, i due Capitani del 2022, il segretario Mauro Tognoloni, sono stati estratti da Andrea Lauri i nomi dei Capitani dell’edizione 2024: Luca Cecchetti Primo Capitano e Fabio Mariani (predecessore di Allegrucci alla guida del sodalizio) Secondo Capitano. Si conoscevano già quelli dell’anno prossimo, Eric Nicchi Primo Capitano e Roberto Pierotti Secondo Capitano.

Dopo le sfilate e l’ingresso in piazza Grande dei cortei ceraioli, politico-istituzionale con il sindaco Filippo Mario Stirati e religioso con il vescovo Luciano Paolucci Bedini, si è dato libero sfogo. Dalle finestre di palazzo Pretorio, hanno seguito il presidente della Regione, Donatella Tesei, il sottosegretario al ministero dell’Economia e finanze Alessandra Sartore, i parlamentari Luca Briziarelli, Fiammetta Modena e Walter Verini, il prefetto di Perugia, Armando Gradone.

“Ho sempre creduto che i Ceri sarebbero tornati – ha detto Tesei alla prima da presidente della Regione -, fin da dicembre sostenevo che ce l’avremmo fatta e ho seguito attimo per attimo. Siamo felici, è un segno bello e forte del ritorno alla vita attraverso una festa dell’Umbria”.