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Capodanno Rai tra “marchette” dei politici e playback. Gubbio pressoché ignorata

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Le mani dei politici sulla Rai anche a Capodanno. Questo resta soprattutto dello show di Rai Uno condotto da Amadeus che ha lasciato molte perplessità sul format e situazioni varie.

Evidenti le ingerenze dei politici umbri sulle clip dedicate ai vari centri dell’Umbria senza una precisa logica visto che alcune città – come Gubbio – sono state ignobilmente escluse riservando giusto pochi secondi rispetto alle schede dedicate a qualche realtà in ordine sparso e guarda caso quelle a cui sono legati alcuni eletti di Parlamento e Regione, in cui Gubbio non ha rappresentanti (non è andata molto meglio quando ne ha avuti, visto che pensavano soprattutto a se stessi, ma adesso proprio zero).

Non ci vuole molto a capire la logica tutta politica della prima clip che ha unito Perugia, Assisi e Nocera Umbra, così come le passerelle per Città di Castello e Montefalco.

Gubbio ha avuto un ruolo completamente marginale, come se non esistesse a fronte di un patrimonio storico-culturale-artistico e ambientale unico nel suo genere rispetto a centri notoriamente di scarso appeal turistico ma più forti per la gestione del potere e nella cura dell’immagine e del saperla veicolare.

Ci sono poi le critiche sugli ospiti e sul fatto che diversi si siano esibiti in playback. Interessante al proposito quanto scritto da Mattia Marzi su rockol.it e che invitiamo a leggere

https://www.rockol.it/news-734231/miley-cyrus-new-years-eve-video-duetti-david-byrne-dolly-parton

Le polemiche riguardano inoltre i costi, tenuto conto che la Rai dovrebbe essere servizio pubblico ma è soprattutto partitocratica e cerca soldi anche dagli enti pubblici come non se bastassero il canone e altre elargizioni governative. A Perugia ha alzato il tiro l’opposizione della Giunta Romizi parlando di “385 mila euro complessivi, di cui 200mila ricavati da una variazione urgente del bilancio comunale e 185mila derivanti da un finanziamento della Regione”. Vanni aggiunti costi indiretti o imprevisti come accaduto l’anno scorso a Terni per quanto riguarda la Siae. “Cifre esorbitanti, mai viste prima – hanno accusato dai banchi della minoranza – che superano di gran lunga lo standard di investimenti fatti dall’Amministrazione Comunale per eventi di rilevanza nazionale e internazionale, come Umbria jazz e il Festival internazionale del giornalismo. Il budget investito fin dalle prime edizioni dall’Amministrazione comunale per l’iniziativa di fine anno – hanno ricordato Pd e alleati – non ha mai superato la media di 25-30 mila euro complessivi, a fronte di presenze di pubblico importanti per la città, anche sotto l’aspetto turistico e ricettivo, e non inferiori ai riscontri di eventi come Umbria jazz o Eurochocolate”. Polemiche, infine, anche sui camerini alla Sala dei Notari, luogo prestigioso requisito dal 10 dicembre quando le sedie sono state smontate per far posto appunto ai camerini che a molti è risultato indigesto e poco rispettoso.