Nell’ottobre scorso, il canale eugubino Stella Maris aveva ospitato una delle ultime e più significative apparizioni pubbliche di monsignor Richard Williamson, spentosi ieri (mercoledì 29 gennaio) alle 23:23, ora di Londra. In quell’occasione, durante un’intervista esclusiva condotta dal professor Luigi Girlanda, il vescovo aveva ribadito, con lucidità e fermezza, l’imperativo di custodire la tradizione e di respingere ogni compromesso con la modernità. Quel colloquio assume oggi, alla luce della sua scomparsa, i contorni di un vero e proprio testamento spirituale, un ultimo prezioso messaggio di fede e speranza per i fedeli.
La presenza di monsignor Williamson su Stella Maris ha rappresentato una pietra miliare per il canale eugubino, che si sta affermando come punto di riferimento imprescindibile per i veri cattolici. Con un seguito in costante crescita e una programmazione sempre più ricca, Stella Maris si distingue per l’elevato livello dei suoi contenuti e per la capacità di offrire uno spazio di autentico approfondimento della fede nel confronto con le sfide contemporanee.
“Con la morte di monsignor Richard Williamson si spegne una delle ultime voci autenticamente cattoliche del nostro tempo – commentano i curatori del canale Stella Maris – un vescovo consacrato per resistere al progressivo sgretolamento della Chiesa postconciliare. Williamson, uno dei quattro vescovi consacrati il 30 giugno 1988 da monsignor Marcel Lefebvre, ha incarnato fino all’ultimo respiro la battaglia contro quella che oggi possiamo definire senza esitazioni una neochiesa emersa dal Concilio Vaticano II. Una Chiesa che, voltando le spalle alla tradizione e al depositum fidei, ha scelto di piegarsi al mondo, precipitando in una confusione dottrinale e in un’apostasia ormai manifesta persino nei più alti vertici vaticani”.
La sua missione episcopale, ricevuta per preservare la fede cattolica e contrastare la deriva modernista, non ha mai conosciuto compromessi. Con instancabile determinazione, monsignor Williamson ha denunciato quella che l’insospettabile Papa Paolo VI definì “l’autodemolizione della Chiesa”, consapevole che il nemico non si trovava più alle porte, ma aveva già occupato il cuore stesso dell’istituzione ecclesiastica. La sua vita è stata una testimonianza ininterrotta di fedeltà alla tradizione, alla liturgia e alla dottrina immutabile della Chiesa.
È doveroso sottolineare come i media mainstream abbiano sistematicamente deformato la sua figura, costruendo una narrazione che poco o nulla aveva a che fare con la realtà del suo ministero e del suo impegno ecclesiale. L’ultimo esempio di questa disinformazione sistematica si è verificato con la pubblicazione prematura della notizia della sua morte da parte di un quotidiano italiano, che il 26 gennaio ha diffuso la falsa notizia del suo decesso, dimostrando ancora una volta la superficialità e la scarsa professionalità con cui viene trattato tutto ciò che riguarda la tradizione cattolica. Monsignor Williamson merita di essere ricordato per ciò che realmente è stato e non per quello che hanno detto di lui: un vescovo che ha dedicato la sua vita alla difesa della fede cattolica e della tradizione.
“Possa il suo esempio – auspicano da Stella Maris – continuare a vivere nei cuori di chi non si arrende alla dissoluzione, ma lotta con coraggio per la fede”.
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