L’attivismo dell’Archivio Oscar Piattella, presieduto da Fernando Barbetti impegnato a rendere sempre viva l’impronta dell’artista pesarese legatissimo a Gubbio scomparso nel 2023, porta le opere nella centrale e prestigiosa Cappella di Santa Maria dei Bulgari della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, da domani, giovedì 6 febbraio, all’8 marzo 2025 per la prima e più significativa sezione della mostra antologica a lui dedicata, disposta su più sedi, a cura di Aldo Iori e Alberto Mazzacchera.
La mostra all’Archiginnasio di Bologna è il primo di tre appuntamenti espositivi pensati per valorizzare l’opera del maestro pesarese: sabato 8 febbraio apriranno anche le mostre “Oscar Piattella. I segni del cosmo” presso la sede di PwC Italia in via Carlo Farini 12 (ore 18, solo su invito) e “Oscar Piattella. Magnetismo architetturale” alla Galleria Stefano Forni, in piazza Cavour 2 (ore 22:30, ingresso libero). Il muro, attraverso le sue differenti declinazioni, contrassegna quasi ininterrottamente l’intera produzione artistica di Piattella. La forza magnetica del muro, nella sua pittura, non è tuttavia elemento sufficiente a giustificare un simile attaccamento, al limite di un’apparente ossessione. E non potrebbe esserlo in un pittore dotto e sperimentatore come Piattella, sempre in equilibrio tra esigenza di radicamento nel terreno della riconoscibilità e assoluto nomadismo nelle vastità dell’invenzione. Lo spirito di ricerca in Piattella è e rimane centrale, a qualsiasi costo. La sua produzione è frutto di una ricerca costante, mai intermittente, sempre profonda e autentica.
“I Muri presenti nella prima proposta all’Archiginnasio sono quelli del 1958 – ha spiegato Mazzacchera – ovvero quelli dopo la folgorazione che ebbe andando a Parigi nel ’57: muri ancora carichi dei segni della guerra, quella grande catastrofe del 900 che ha colpito principalmente tanti civili. E lì avviene una piena consapevolezza dell’orrore. Non a caso questi dipinti sono stati collocati nella Cappella di Santa Maria dei Bulgari, che porta ancora i segni del bombardamento del 1944. Ma i Muri sono presenti anche negli altri due allestimenti, sono il fil rouge di tutta l’esposizione. Muri, come nell’esposizione della sede di PwC Italia, anche carichi di luce (elemento sempre presente in Piattella), in grado di essere attraversati, un diaframma da superare, in un riverbero calibrato di onde cromatiche, anche accesso agli spazi della mente». All’Archiginnasio è anche presente uno spazio multimediale, a cura del visual design Paolo Buroni, con le musiche del compositore contemporaneo cagliese Fernando Mencherini: un modo per ripercorrere l’opera di Piattella in modo virtuale. «Difficile poter esporre e abbracciare tutta la produzione di Piattella», conclude Mazzacchera, «abbiamo per forza dovuto fare una selezione, ma lo spazio e l’apprezzamento che gli sono stati dati ci ha reso molto contenti. Piattella è sempre stato un ricercatore e sperimentatore, ma lo ha fatto attraverso un percorso spirituale vero, tanto che le sue opere diventano brani di poesia. La pittura, quando è tale, è poesia ed è per questo che Piattella piace ed emoziona”.
Lascia una Risposta