Rimani aggiornato su tutti gli eventi di Gubbio!

Asse Gubbio-Usa: nuove rivelazioni sulla scomparsa dei dinosauri

La Gola del Bottaccione

Nuove rivelazioni sulle cause della scomparsa dei dinosauri avvenuta 66 milioni di anni fa. Un asteroide-tsunami fece la strage e sull’asse Stati Uniti-Gubbio c’è appunto la chiave del mistero. Dopo sei anni di scavi e studi approfonditi, è stato scoperto il più grosso cimitero di animali, vegetazione e creature marine mai venuto alla luce. Si trova all’interno della formazione geologica di Hell Creek, nel North Dakota. Era stato il Nobel per la fisica Luis Alvarez, nel 1979, ad avanzare l’ipotesi che l’estinzione di massa dei dinosauri fosse stata causata da un meteorite. Lo spunto per rafforzare quella teoria era stata l’analisi lungo la Gola del Bottaccione di alcuni campioni di roccia, che presentano una concentrazione insolita di iridio (elemento chimico raro sulla terra e presente nei meteoriti). All’università di Berkeley in California è legata l’equipe di scienziati di cui ha sempre fatto parte anche Walter Alvarez, che alla fine degli anni Settanta rilevò al Bottaccione un sottile strato di argilla datato alla fine del Cretaceo con un contenuto anomalo di iridio.

All’inizio degli anni Novanta, era stata scoperta un’enorme struttura circolare sotterranea, il cratere di Chicxulub, situato nella penisola dello Yucatán, vicino alla cittadina di Chicxulub Puerto, presso Mérida in Messico. Lo studio di questo cratere ha portato alla conclusione che il meteorite sarebbe stato di un diametro di almeno 10 chilometri liberando un’energia pari a 10mila volte quella generabile da tutto l’arsenale nucleare ai tempi della guerra fredda. La scoperta fatta dal professor Robert DePalma ha permesso di ricostruire quanto successe al momento dell’esplosione: la terra tremò, provocando scosse sismiche di magnitudo 10-11, sfere di vetro piombarono alla velocità di 200 miglia all’ora. Un vero tsunami di proporzioni inimmaginabili che provocò un’estinzione di massa in cui sparirono i dinosauri e il 75 per cento delle specie viventi, lasciando via libera ai piccoli mammiferi che sarebbero diventati i nuovi abitanti del pianeta e da cui si sarebbe evoluto anche l’uomo.Accatastati l’uno sull’altro sono stati trovati pesci fossilizzati, mammiferi, insetti, rettili marini, perfino le ossa di un triceratopo. “In nessun’altra zona della terra puoi trovare una tale collezione composta da un gran numero di specie che rappresentano diverse età di organismi in diverse fasi della vita, tutte morte contemporaneamente”, ha detto DePalma, curatore di paleontologia presso il Museo di storia naturale di Palm Beach in Florida.