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Burrascoso insediamento del Consiglio Comunale. Convocazione illegittima? Deciderà il prefetto. Mattia Martinelli presidente dell’aula tra le contestazioni

L'insediamento del Consiglio Comunale di Gubbio (17 luglio 2024) Foto Photo Studio - Gubbio

Verrà ricordato come l’insediamento più burrascoso, tormentato e discusso della storia perché il sindaco Vittorio Fiorucci con la sua Giunta e l’intero Consiglio Comunale sono stati alle prese, questa mattina alle 9.40 (mercoledì 17 luglio) con importanti questioni di legittimità legate alla convocazione della prima seduta, presieduta dal consigliere comunale Jacopo Cicci in quanto più votato l’8 e 9 giugno (493 preferenze).

L’onorevole Rocco Girlanda è subito intervenuto sull’ordine dei lavori e ha sollevato il caso della lettera di convocazione del Consiglio Comunale datata 4 luglio 2024 e firmata da Fiorucci, indirizzata anche agli assessori che in realtà in quella data ancora non erano stati decisi con il conseguente caso dei consiglieri che eventualmente sarebbero dovuti subentrare al posto dei nominati nell’esecutivo data l’incompatibilità dei due ruoli contestuali. Un pasticcio senza precedenti che pone dubbi sulla legittimità delle procedure, al punto da attendersi il pronunciamento di un organo di garanzia visto che nessuno è intervenuto, a cominciare dal sindaco Fiorucci che avrebbe potuto chiarire e magari scusarsi sul piano generale per l’increscioso accaduto ponendo subito fine alla querelle con un atto di umiltà dell’intera maggioranza.

Ancora più rumoroso il caso sollevato dal consigliere comunale ed ex assessore Simona Minelli, la quale legittimamente con assoluta lucidità ha evidenziato come fosse clamorosa la situazione della convocazione in forma mista, ovvero in presenza e da remoto, nel momento in cui se un consigliere segue i lavori collegato a distanza non può esercitare la votazione a scrutinio segreto prevista per l’elezione del presidente e dei due vicepresidenti dell’assemblea. Questa osservazione è stata successivamente ripresa anche da Rocco Girlanda, Diego Guerrini e Luigi Girlanda. È andato in difficoltà il giovane Cicci che presiedeva i lavori e soprattutto il segretario generale del Comune, dottor Marco Angeloni, in carica dal primo aprile 2023 su nomina dell’ex sindaco Stirati, il quale ha ritenuto sanato con la presenza in aula quelli che ha chiamati semplicisticamente “vizi di forma”.

Si è innescata un’accesa discussione, davanti a una platea numerosa di cittadini ai quali in un clima a tratti surreale è stato permesso anche di applaudire liberamente a seconda degli interventi graditi. La seduta è così finita sub judice: Rocco Girlanda ha abbandonato l’aula quando è stato richiesto di votare e non di prendere atto dell’insediamento e ha preannunciato una segnalazione al prefetto contestando apertamente il modus operandi, mentre Cicci ha cercato di gestire e il sindaco ha preferito tacere dopo il breve intervento che all’atto dell’insediamento ha preceduto il giuramento e la fascia tricolore. Sull’insediamento si sono astenuti Luigi Girlanda, Diego Guerrini e lo stesso Rocco Girlanda una volta rientrato in aula.

Fiorucci nel suo breve intervento d’insediamento ha parlato di “cambiamento e alternanza”, ha rivolto un plauso all’amministrazione Stirati “che ha ripristinato l’ordine dopo aver ereditato una situazione pesantissima”, fino a raccomandarsi “al patrono Sant’Ubaldo santo della riconciliazione come guida per pacificare la città”. Il sindaco ha chiesto alla minoranza di essere “leali e costruttive. Non ci aspettiamo un’opposizione partitica e personalistica”. Ha poi rimarcato “la cultura del fare” e il lavoro tra gli obiettivi portanti della sua azione politico-amministrativa. Nel presentare la giunta ha definito i suoi collaboratori “donne e uomini del fare, che vengono dal mondo del lavoro e sono competenti”.

Gli interventi politici sono stati aperti dal già candidato a sindaco Leonardo Nafissi, cui sono seguiti quelli di Robert Satiri (Gubbio Civica), che a nome di tutta la maggioranza ha avanzato la candidatura di Mattia Martinelli (Gubbio Civica) alla presidenza del Consiglio Comunale, e Marco Cardile (Pd) che ha chiesto attenzione per la sanità territoriale criticando fortemente le azioni del governo e invitando il sindaco Fiorucci a fare una visita al nosocomio per incontrare gli operatori e ascoltare le problematiche.

Il caso più spinoso è rimasto la modalità di elezione del presidente proprio per la faccenda della convocazione in forma mista, tanto che Simona Minelli ha seguito a distanza la seconda parte dei lavori e pur essendo di fatto presente alla seduta non ha potuto esercitare il voto a scrutinio segreto, che trattandosi di votazione sulle persone è obbligatorio per legge.

Rocco Girlanda ha proposto il voto unanime per Martinelli alla presidenza, ma dopo una sospensione ha riportato la posizione non comune tra le forze della minoranza. Il già candidato a sindaco ha anche proposto l’alternanza alla presidenza nel mandato, cioè due anni e mezzo con Martinelli presidente e la seconda parte con un esponente della minoranza. Satiri non ha accolto la proposta.

L’ex vicesindaco Alessia Tasso ha sfidato in campo aperto Fiorucci ricordandogli che “non è stata una vittoria ma una sconfitta del centrosinistra che non ha saputo interpretare certi messaggi”, fino a indicare Martinelli candidato presidente dell’assemblea come “uomo di punta con Stirati e dunque esempio di continuità che contrasta con i concetti di cambiamento e alternanza annunciati ma che non si vedono”.

Il braccio di ferro sulla votazione del presidente è proseguito con una sospensione verso le 13 e la ripresa dei lavori con la maggioranza decisa a votare Mattia Martinelli, prendendosi il rischio della validità della seduta sulla quale si pronuncerà il prefetto. Martinelli è stato eletto presidente con 17 voti, uno in più dei 16 di maggioranza e che ha permesso la sua elezione già alla prima votazione: Rocco Girlanda, che in tutto è intervenuto una trentina di volte per segnalare inadempienze procedurali preannunciando ricorsi alle autorità competenti, ha mostrato in precedenza ai giornalisti la sua scheda con il nome di Martinelli. La minoranza non ha espresso un’alternativa e anzi in una scheda è comparso il nome di Don Alfio, popolare personaggio di Carlo Verdone nel film Un sacco bello. Per le due vicepresidenze, quella di maggioranza è andato al giovane Riccardo Ciliegi di Forza Italia e quella di minoranza a Luigi Girlanda preferito con 4 voti a Jacopo Cicci che ne ha ottenuti 3. Non ha potuto votare Simona Minelli sebbene collegata a distanza e questo è un altro vulnus che soltanto il prefetto potrà sanare pronunciandosi sulla legittimità o meno della seduta.

Nel fotoservizio di Photo Studio Gubbio il Consiglio Comunale insediato, il sindaco Vittorio Fiorucci e il presidente dell’assemblea Mattia Martinelli