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Cementerie e Css, il Tar dopo il Comune boccia anche gli ambientalisti

Il Tar dell'Umbria a Perugia

Il Tar dell’Umbria ha respinto il ricorso dei comitati ambientalisti contro le autorizzazioni per le cementerie Barbetti e Colacem di poter utilizzare il Css (Combustibile solido secondario) per la produzione del cemento.

L’iter e le condizioni poste per gli stabilimenti di Semonte e Ghigiano sono del tutto regolari e la sentenza è ancora più incisiva nel respingere il ricorso, rispetto alle argomentazioni di venne respinto quello della Giunta Stirati pagato con i soldi dei cittadini,  su alcuni punti qualificanti come il principio di precauzione, Via (Valutazione impatto ambientale) e ruolo dell’Arpa, organismo pubblico deputato ai controlli che l’estrema sinistra eugubina e i comitati ambientalisti mettono continuamente in discussione inseguiti da altre forze politiche a caccia di consensi.

La sentenza suona come una bocciatura delle tesi che vengono portate in campagna elettorale, in particolare dal candidato Francesco della Porta, espressione della lista civica Beni Comuni e del Pci che avversano l’attività delle cementerie. Suona come una bocciatura anche per le tesi del consigliere comunale di minoranza ed ex sindaco Orfeo Goracci, che avrebbe voluto il ricorso del Comune (non ha specificato con quali soldi) al Consiglio di Stato sulla sentenza che ha respinto analogo ricorso dell’ente.

Si vedrà ora se i comitati ambientalisti ricorreranno al Consiglio di Stato: se lo faranno, sarà con i soldi presi non dal bilancio comunale com’è stato per le iniziative adottate dal Comune negli ultimi anni tra i controlli doppione con Cnr e università La Sapienza di Roma e i ricorsi tutti respinti, con le spese finite nel mirino della Corte dei Conti.