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Ceri e cantieri: incapacità, bugie e sotterfugi da dilettanti allo sbaraglio. Il Consiglio Comunale non conta nulla

L'ironica mappa delle "mute" dopo il cambiamento del percorso dei Ceri in piazza Quaranta Martiri

Il cambio del percorso dei Ceri, che è immutato (esclusa l’Alzata) da almeno 150 anni, come evidenzia il giornalista e storico Gianluca Sannipoli, non è di per sé una tragedia. Si ricorda un referendum tra i ceraioli con la proposta di allungamento che venne bocciata e si ricorda il dibattito lontano nel tempo alimentato da chi sosteneva che si potesse godere pienamente del vedere i Ceri sfrecciare lungo tutto corso Garibaldi, non fermandosi quindi per scendere in via Cairoli ma arrivando fino a via della Repubblica, sostituendo la Calata dei Ferranti con la Calata dell’Alfreda (dalla nota proprietaria della tabaccheria davanti il ristorante Federico da Montefeltro).

In queste ore l’ironia e il sarcasmo prendono il sopravvento e le battute che circolano, insieme ai post sui social, sono singolari e fanno sorridere ancora di più di fronte al dilettantismo allo sbaraglio visto in questi giorni.

Il cantiere di piazza Quaranta Martiri va avanti da lunghi mesi e il sindaco Fiorucci soltanto a 16 giorni dalla festa si è accorto che non ci sono le condizioni per garantire il corretto canonico svolgimento della corsa, dopo aver sempre rassicurato tutti che la situazione era ampiamente sotto controllo.

Nel cantiere rivelano che Fiorucci da quando è sindaco ha effettuato un solo sopralluogo, una settimana fa, per sincerarsi della situazione. Ha delegato evidentemente il potente assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici, Spartaco Capannelli, che ha rilasciato dichiarazioni urbi et orbi su come tutto procedesse tranquillamente e regolarmente, spendendosi in sperticati elogi alla direzione e alle maestranze. Il buonismo a palate, evidentemente, non è servito dati gli sviluppi della situzione, mentre sul cantiere si assiste a scene apocalittiche per le liti che coinvolgono, loro malgrado, perfino i passanti che se criticano vengono assaliti e insultati in un nervosismo a fior di pelle da parte di chi dovrebbe avere il contegno del ruolo.

Il cambiamento del percorso è stato deciso a tavolino 16 giorni prima della Festa dei Ceri con un colpo teatrale della politica locale di bassissimo livello per spostare il passaggio dalla curva di San Francesco a quella dell’orologio transitando davanti le Logge dei Tiratori.

In Consiglio Comunale, lunedì scorso (28 aprile), hanno taciuto sul cambiamento il sindaco Vittorio Fiorucci e la sua sgangherata maggioranza, fatta perlopiù di neofiti apprendisti con un paio di volponi, più una Giunta che ha risolto qualche problema di stipendio per qualcuno, ringalluzzito altri, fino a rivelarsi un passatempo di chi ha deciso di continuare a lavorare da dipendente investendo il tempo residuo per occuparsi della cosa pubblica.

Questa è la testimonianza evidente di quanto si è sempre saputo: il Consiglio Comunale non conta niente e non serve a nulla. Si sobbarca costi, tra gettoni e gestione (comprese le commissioni), per discettare del più e del meno senza alcuna funzione realmente decisionale, tanto da essere tenuto ignaro di una situazione del genere, per la quale Fiorucci ha invece convocato martedì mattina in tutta fretta il Tavolo dei Ceri – un organismo non previsto né legittimato da chicchessia o alcun atto istituzionale ufficiale – per preparare il comunicato e il video dall’ufficio con l’annuncio di quanto già circolava dalla sera precedente attraverso un messaggio finito sulle chat di consiglieri comunali e alcuni ceraioli.

Uno scandalo nella sostanza e nella forma, consumatosi tra bugie e sotterfugi, con a monte l’incapacità di gestire un cantiere che è attivo da quasi un anno, sicuramente ereditato con tutte le sue contraddizioni (un progetto politicamente “marchettaro”, in chiave elettorale, non poteva far presagire nulla di buono, un po’ come per la pavimentazione di piazza Grande prigioniera del salnitro). Non basta il mantello di protezione aperto da chi questa “allegra brigata” sostiene a pié sospinto, scatenando perfino i pruriti di chi faceva parte della vecchia maggioranza di Stirati (che coraggio) che sta accusando la stampa eugubina di riservare a Stirati e Fiorucci due pesi due misure. Per fortuna chi legge e segue l’informazione sa che non si può fare di tutta l’erba un fascio. I disastri politico-amministrativi di Stirati hanno, per ora, una perfetta continuità. Non sfugge a nessuno, a parte gli schierati.