Rassegnarsi alla prospettiva di un altro 15 maggio senza Ceri sta mettendo a dura prova la città, in particolare i ceraioli più coinvolti e accalorati che pensano a qualche iniziativa speciale per non lasciare ancora immobili i simboli della migliore tradizione eugubina sui basamenti nella basilica di Sant’Ubaldo.
Si rincorrono voci e ipotesi, per ora destinate a far parte di qualche dibattito in attesa che esamini la situazione e prenda decisioni il tavolo dei Ceri con i rappresentanti di Comune di Gubbio, Diocesi e associazioni ceraiole coordinato dal sindaco Filippo Mario Stirati.
Si è spinto avanti un gruppo di santubaldari che sta prospettando al proprio interno, con adesioni eccellenti nell’ambito della Famiglia ceraiola, un’iniziativa più unica che rara: proporre che i Ceri vengano portati all’esterno nel chiostro della basilica di Sant’Ubaldo per una simbolica “alzata” e le tre “girate” in posizione verticale attorno al pozzo, per poi essere riportati nel santuario e ricollocati sui basamenti dove restano di solito dalla fine della festa, la sera del 15 maggio, fino alla prima domenica di maggio dell’anno successivo quando vengono portati in città e nella sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli aspettano il grande giorno. Questa proposta, per il momento più discussa che avanzata ufficialmente, sta già suscitando le prime reazioni in ambienti ceraioli ponendo tutta una serie di questioni pratiche.
Ogni tipo di iniziativa pubblica in questo momento è bloccata dai decreti governativi, che vietano ogni forma anche minima di assembramento, e c’è poi la modalità di coinvolgimento di quanti dovrebbero eventualmente partecipare a questo rito sui generis che non trova precedenti nella storia.
Ci sono anche i risvolti di ordine pubblico generale che il sindaco Stirati dovrà eventualmente valutare con il prefetto di Perugia, Armando Gradone. Qualora prendesse piede un’ipotesi del genere, si pone a livello organizzativo chi dovrebbe gestire questa forma di festa e con quale criterio verrebbero indicati i ceraioli coinvolti. In questo momento prevale il silenzio, non ci sono iniziative formali né documenti ufficiali sui quali aprire un confronto tra soggetti istituzionali e a livello di dibattito pubblico.
L’ultimo segnale pubblico con un risvolto ceraiolo c’è stato domenica scorsa con la messa in basilica per la ricorrenza della canonizzazione del patrono Sant’Ubaldo, officiata al mattino dal vescovo Luciano Paolucci, con un centinaio di presenti tra i quali il sindaco Filippo Mario Stirati con il gonfalone, le forze dell’ordine, i presidenti con i labari dell’Università dei Muratori, associazione Maggio Eugubino e Famiglie ceraiole, i Capitani Eric Nicchi e Paolo Procacci, i Capodieci Alessandro Nicchi di Sant’Ubaldo, Fabio Uccellani di San Giorgio e Andrea Tomassini di Sant’Antonio.
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