Rimani aggiornato su tutti gli eventi di Gubbio!

Chat rovente del Pd di Gubbio tra battaglie congressuali e insulti

Il Partito Democratico di Gubbio continua a fibrillare con divisioni e diatribe praticamente all’ordine del giorno. Le battaglie si consumano perfino sulla chat che raccoglie un centinaio di iscritti liberi di esprimersi e argomentare, ma anche di lanciare insulti che surriscaldano il confronto nella corsa congressuale che sta già accendendo i rapporti.

La miccia si è accesa, in uno scambio diventato subito rovente, quando sono stati ufficializzati un paio di incontri degli iscritti nella sede di via di Porta Romana, il 28 maggio sui referendum che dividono la sinistra e lo stesso Pd e la sera dopo con l’ex parlamentare Carlo Emanuele Trappolino, candidato alla segreteria regionale del partito (al posto dell’assessore regionale Tommaso Bori) insieme a Sandro Pasquali, sindaco di Passignano sul Trasimeno, appoggiato da Alessia Tasso, Marco Cardile, Raffaello Di Benedetto e Gianni Fiorucci sindacalista della Cgil.

Questo doppio appuntamento ha suscitato la reazione di Ubaldo Casoli che viene dato in corsa per la segreteria a Gubbio e sostiene Trappolino per la segreteria regionale, nell’asse aperto con l’ex consigliere comunale Giovanni Manca, e si è lamentato con la commissione che ha il compito di traghettare il partito fino al congresso, formata da Raffaello Di Benedetto, Federico Panfili, Morena Bigini (ex sindaco di Valfabbrica), Simone Cappannelli,  Elena Tomarelli e Marco Morelli. Casoli ha criticato apertamente la collocazione ravvicinata di due incontri, con riferimento soprattutto a quello con Trappolino, senza peraltro ancora conoscere il numero preciso dei tesserati del Pd che voteranno alle mozioni congressuali.

A questo punto si è scaldato Marco Morelli, ex assessore della Giunta Stirati quando il Pd stava all’opposizione e candidato con il Partito Socialista alle ultime elezioni comunali, che ha avuto una reazione durissima nei confronti di Casoli. L’imbarazzo è stato evidente con la chat diventata terreno di scontro e critiche incrociate senza far mancare gli insulti.

C’è chi è intervenuto, infine, ricordando che la più grossa preoccupazione era diventata in quella situazione la possibilità che un giornalista potesse venire a conoscenza dell’accaduto e darne quindi doverosamente notizia, come accade in tutte le democrazie del mondo, specialmente laddove la stampa non è piegata al potere e alla politica facendo finta di nulla per quieto vivere. A questo zelante iscritto è raccomandabile la tessera di un noto supermercato, magari legato al Pd, e non quella di un partito che oltretutto si definisce democratico nella denominazione.