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Circolo di Gubbio del Pd, Gianni Fabbretti candidato segretario si presenta: “Vogliamo un partito aperto, plurale, libero e rinnovato”

Gianni Fabbretti (Pd)

Si è presentato l’architetto Gianni Fabbretti, candidato a segretario del Circolo del Pd di Gubbio. Oggi (lunedì 9 giugno) ha riassunto il programma elettorale per la guida del partito: “Per un nuovo Pd aperto, plurale, libero e rinnovato. Non parleremo del passato e della situazione del partito che è sotto gli occhi di tutti, come sono chiare le responsabilità di chi lo ha portato ad essere fuori dall’amministrazione da dodici anni dopo esserci stato per altri dieci prima del commissariamento e delle percentuali prese nelle ultime due elezioni amministrative 7 per cento e 6 per cento.  Vogliamo soltanto guardare avanti da una prospettiva completamente nuova. Quando mi è stata  proposta la candidatura a segretario la prima cosa che ho pensato è se sarei stato io la persona più giusta per guidare questo cambiamento necessario, per cercare di restituire dignità a questa comunità politica, nell’obiettivo di ridargli valore, senso e significato. Tantissimi amici e compagni mi hanno chiesto questo sacrificio con passione entusiasmo, e idee chiare in perfetta sintonia con le mie, al che non ho potuto rifiutare. La domanda che ci siamo posti è stata questa: da dove ripartire con questo mucchio di macerie? Intanto adottare un cambio di paradigma rispetto al passato, ossia sostituire il noi all’io. Il giorno dopo il congresso, nelle forme che decideremo insieme, apriremo un cantiere aperto ai cittadini specialmente giovani che vogliono trovare le motivazioni per impegnarsi e a tutto il centro sinistra. Abbiamo ben presente la situazione nazionale con una destra che sta minando i principi democratici e costituzionali di libertà e uguaglianza, che sta riducendo a sotto il minimo  i principali diritti costituzionali quali quello alla salute, al lavoro, alla giusta retribuzione. Questa situazione  impone, non solo a Gubbio, ma ovunque, la costruzione di un partito forte radicato, libero, plurale e profondamente rinnovato nelle persone, nei modi di fare politica e fortemente radicato alle realtà locali. Di tanto vorrei parlare, lo faremo nella mozione congressuale, ma un pensiero mi sta a cuore, vorrei contribuire a costruire un partito democratico che sia capace di interpretare la contemporaneità,  sia in senso statico che in senso dinamico al  fine di saperla valorizzare all’interno di paradigmi virtuosi in cui l’uomo possa riprendersi/progettare il suo proprio sentito progetto di vita in piena armonia con tutto ciò che lo circonda. E in dubbio che ciò che caratterizza il presente è molto complesso: disagio esistenziale, mancanza di prospettive storico culturali, crisi ambientale, integrazione culturale, povertà materiale spirituale, inquinamento culturale, inquinamento urbanistico, mercificazione dell’esistenza. Per interpretare e meglio orientarsi su questi argomenti serve, la formazione di una classe dirigente anche politica che ponga al centro del suo agire un lavoro di formazione continua al fine di porre in essere scelte politiche capaci di essere presenti al divenire, al fine di evitare soluzioni già superate prima di essere attuate. Per far questo serve la creazione, formazione di una classe dirigente che per sensibilità politico- culturale, possa progettare quanto necessario alla costruzione di una società con il suo “perimetro urbanistico” in cui l’uomo sia capace di vivere dando un senso alla esistenza. Vogliamo avviare un percorso che riporti al centro le idealità e i progetti propri di tutte le aggregazioni che fanno riferimento al centrosinistra collocando il partito senza ambiguità all’interno di questo campo senza scivoloni ambigui che con il centro sinistra non hanno nulla a che fare. Dobbiamo ricreare una comunità coesa che proceda nella stessa direzione. Insieme dobbiamo diventare i principali animatori della politica culturale della città con un occhio sempre attento alla situazione nazionale e internazionale. Avvieremo una analisi profonda sulla nostra Città: sul suo essere e sul suo futuro. Dobbiamo approfondire situazioni e problemi a partire da quelli dei più deboli, degli emarginati, di chi si appresta a entrare nel mondo del lavoro, di chi si accinge a cimentarsi con nuove imprese e alle piccole imprese, specialmente artigiane, in grande sofferenza. Fino ad oggi tutto questo è mancato. I partiti hanno preferito iniziative di piccolo cabotaggio per lo più mosse da motivi clientelari. Le amministrazioni che si sono succedute hanno pensato più che altro a celebrarsi nascondendo i problemi profondi sotto il tappeto per non disturbare i manovratori. Siamo così sicuri di fare un vero servizio alla città di cui ha profondamente bisogno. Solo così potremo costruire un programma serio, credibile e condiviso.  Dobbiamo anche avviare una grande iniziativa di contatto e di interlocuzione verso tutti quelli che hanno deciso di non andare più a votare. Con fiducia ed entusiasmo siamo pronti a metterci in cammino”.