Rimani aggiornato su tutti gli eventi di Gubbio!

Comune, fatture non pagate: il sindaco Fiorucci parla di “procurato allarme” ma non spiega come stanno le cose. Attacco alla stampa libera

Palazzo Pretorio, sede del Comune di Gubbio

Il Consiglio Comunale di Gubbio, riunito questa mattina (martedì 29 aprile), ha visto il sindaco Vittorio Fiorucci collegato a distanza direttamente dalla propria auto, in una modalità senza precedenti forse non soltanto a Gubbio.

Sollecitato, dopo le comunicazioni, sulle fatture inoltrate al Comune e sospese a livello di pagamenti (per mancanza di soldi?), si è inalberato con il consigliere di minoranza Luigi Girlanda, che ha sollevato il caso, invitandolo a rivolgersi a chi ne ha dato notizia e che “può fare procurato allarme”, riferendo di “voci su creditori e avvocati che fanno la fila”.

Il sindaco Fiorucci non ha risposto nel merito, non negando né confermando, ben consapevole che chi ne scrive deve per forza aver raccolto segnalazioni al riguardo e non può certo aver fatto opera di fantasia, tanto più su una vicenda oltremodo delicata.

Fiorucci potrebbe dichiarare ufficialmente che non è vero, ma diventa difficile farlo a meno che non si sia al corrente di ritardi, come evidenziato da più soggetti di cui sono state raccolte le segnalazioni.

Rocco Girlanda è intervenuto ricordando a Fiorucci di usare lo stesso sistema del predecessore Filippo Mario Stirati, per il quale andava sempre tutto bene e la colpa era della stampa che ce l’aveva con il sindaco.

Il consigliere di maggioranza Robert Satiri ha detto che “la stampa si dice libera ma non lo è”. Non ha esplicitato a chi si riferisce e se magari conosce meccanismi a lui più vicini che ad altri. Gli hanno fatto eco Francesco Pascolini di Gubbio Civica, che ha parlato di “allarmismo che crea certa stampa”, e Sara Rinaldini di Fratelli d’Italia che della stampa si è lamentata. Praticamente anche su questo la destra eugubina è perfettamente allineata con quanto hanno sostenuto per anni Filippo Mario Stirati e la sinistra. Li accumuna, evidentemente, l’allergia alle notizie documentate, per cercare consenso e servilismo anche tra i giornalisti.

La libertà di stampa si dimostra con la storia personale e l’agire quotidiano di ciascun giornalista e non a gettone e piaggeria a seconda delle convenienze.