Tra i disagi e i danni economici al territorio dalla chiusura della strada statale numero 452 della Contessa, va avanti a testa bassa la mobilitazione popolare voluta con forza dalle attività commerciali e ricettive della zona con la raccolta di firme per la petizione che vuole essere consegnata al prefetto di Perugia, Armando Gradone.
Ci sono anche iniziative per coinvolgere in qualche modo la procura di Perugia su tutti i passaggi della vicenda gestita da Anas, Regione e Comune.
Per le firme sono attivi una decina di punti a Gubbio, così come nelle zone marchigiane di Cantiano, Pontedazzo, Cagli, Secchiano, Smirra, Acqualagna e Fano. Adesso la raccolta si estende anche a Perugia grazie a un gruppo di motociclisti che percorrono spesso la statale per raggiungere la costa Adriatica e che, venuti a sapere dell’iniziativa, si sono fatti promotori coinvolgendo l’associazionismo del perugino.
Si vuole fare pressione sul sindaco Filippo Mario Stirati per le tempistiche dei lavori tra la sostituzione del viadotto e l’interno della galleria (annunciati 8 mesi ma si teme che possano essere di più), i ristori e sgravi fiscali per le attività e soprattutto sulla viabilità alternativa che poteva e doveva essere organizzata in modo completo ed efficiente.
La Giunta Stirati viene accusata di non aver stanziato fondi né predisposto un vero piano per ridurre quanto più possibile i disagi e creare comunque altre possibilità di transito, come attivare la strada verso Lanciacornacchie e Madonna della Cima. La vecchia strada a valle della Contessa è stata asfaltata con oltre 300mila euro spesi da Anas e risulta già rovinato sopraffatto dai detriti senza una minima manutenzione nel tratto sotto il viadotto, oltre a non aver previsto piazzole e ampliamenti minimi per rendere più agevole il transito dei mezzi. Si può percorrere soltanto verso San Bartolomeo e Cantiano con l’aggiunta dell’impianto semaforico per il transito dei mezzi nel cantiere.
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