Largamente disattesa, come prevedibile, l’ordinanza del sindaco Filippo Mario Stirati con le disposizioni sulla giornata di domenica primo maggio per la discesa dei Ceri.
L’ordinanza ha previsto l’obbligo delle mascherine per i ceraioli e presenti, consigliando le Ffp2, all’interno e all’esterno della basilica di Sant’Ubaldo e durante la discesa verso la sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli.
La diretta televisiva di Trg con Arancia Live ha evidenziato come larga parte dei presenti non ha indossato le famigerate mascherine previste dall’ordinanza concordata dal sindaco con il prefetto, il questore e il Tavolo ceraiolo.
Si rilanciano anche le considerazioni sulla schizofrenica gestione della pandemia trasformata da problema sanitario in un dramma sociale ed economico, con provvedimenti discussi e controversi.
Suscita ilarità anche la parte dell’ordinanza che riguarda i banchetti con il divieto negli spazi pubblici di consumare cibo e bevande, nella consapevolezza che sono organizzate tavolate in spazi privati con la presenza di decine e decine di ceraioli che si sono dati appuntamento per il pranzo e la cena.
Si ripropone soprattutto il tema della sostanziale inefficacia – tra i commenti ironici più disparati – delle ordinanze legate ai Ceri, che sono viste più che altro come un sistema di tutela formale a livello istituzionale più che come una forma di regolamentazione da rispettare con relativi severi controlli.
Si ricordano le inefficaci ordinanze, adottate dai vari sindaci, sulle limitazioni per l’alcol e in passato il divieto di salire sul pericoloso muretto di piazza Grande prima che venissero posizionati gli spuntoni.
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