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Esplosione a Sette Strade, il pm Gemma Miliani: “Ordinaria follia, è omicidio plurimo doloso e di plurime lesioni gravissime”

L'esplosione in località Canne Greche

Al processo di primo grado, in corso al tribunale di Perugia, per l’esplosione con incendio a Sette Strade in località Canne Greche alle porte della città, che il 7 maggio 2021 è costata la vita al diciannovenne Samuel Cuffaro e alla cinquantaduenne Elisabetta D’Innocenti, con i giovani Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi che riportarono lesioni gravi, il pubblico ministero Gemma Miliani ha parlato di “un giorno di ordinaria follia in un accrocco di morte. Non si può parlare di incidente sul lavoro ma di omicidio plurimo doloso e di plurime lesioni gravissime”.

Il 13 febbraio scorso si è chiusa l’istruttoria dibattimentale per Greenvest e Greengenetics e ieri mattina (giovedì 20 marzo) l’udienza, durata circa 4 ore, è stata riservata alla requisitoria della Procura della Repubblica di Perugia titolare delle indagini, che riprenderà il 27 marzo con la formulazione delle richieste di condanna, la discussione e le conclusioni delle parti civili. Il prossimo 10 aprile sono previste la discussione, le conclusioni delle difese degli imputati e la camera di consiglio per la sentenza per i cinque imputati, Alessandro Rossi (35 anni, legale rappresentante di Greenvest e Green Genetics), Gabriele Muratori (31 anni, legale rappresentante di Green Genetics), Maria Gloria Muratori (27 anni, legale rappresentante di Greenvest), Luciano Rossi (37 anni, considerato socio occulto e gestore di fatto di entrambe le società) e Giorgio Mosca (45, proprietario dell’immobile in cui si è verificata l’esplosione, anche lui considerato socio occulto e gestore di fatto di entrambe le società).

Sono state proiettate le immagini registrate subito dopo l’esplosione dai vigili del fuoco e dalla scientifica dei carabinieri. Il pm Miliani ha descritto lo stato dei luoghi prima dell’esplosione evidenziando come non si possa parlare di laboratorio, ma di “un accrocco di morte” per lo stato degli impianti e la mancanza assoluta di precauzioni a protezione dei lavoratori. Descritti anche i ruoli degli imputati, le cause dell’esplosione e le attività svolte dalle vittime e dai superstiti. Ha passato in rassegna le chat tra gli imputati, parlando di vocali agghiaccianti. Per la pubblica accusa, il giovane Cuffaro il 7 maggio 2021 sarebbe stato chiamato dal datore di lavoro all’interno del laboratorio, dove poi è morto, per mettere a posto uno scaffale come alternativa al suo lavoro tradizionale nei campi di coltivazione delle piante a Ferratelle.

La mattina dell’esplosione – è stato sottolineato – c’era un odore irrespirabile nella zona del laboratorio. Alessio Cacciapuoti, all’epoca minorenne, sarebbe stato impiegato in attività molto pericolose e con il carico di pentano rilevato il 24 marzo l’attività lavorativa diventava industriale e non più agricola.

Il medico legale, dottor Massimo Lancia, ha evidenziato che Elisabetta D’Innocenti è morta sul colpo, ed è stato possibile riconoscere il suo corpo tramite un tatuaggio, mentre il giovane Samuel Cuffaro è morto dopo un quarto d’ora con la presenza di tracce di fumi da combustione nei suoi polmoni.

Durante l’udienza è anche emerso che durante il sopralluogo del 19 maggio 2021 è stata trovata una botola a piano terra contenete 600 chili di canapa ed è stato accertato l’acquisto di pentano da aziende multinazionali, con circa 3.080 litri di pentano consegnati in un mese. L’attività di abbattimento del Thc (principio attivo della cannabis light) si sarebbe trattato di un procedimento completamente fuori legge e taciuto a tutti.

Il pm Miliani ritiene, alla luce delle ricostruzioni, configurabile il reato di omicidio plurimo doloso e di lesioni plurime gravissime.

Presente in aula Gaetano Cuffaro, papà di Samuel, che ha visto per la prima volta dall’esplosione del 7 maggio 2021 le terribili immagini del figlio morto.