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Ex Seminario e Lumsa, che fine hanno fatto il progetto e i soldi tra Comune, Diocesi e Fondazione Perugia? Ci sono segnalazioni

L'ex Seminario a San Martino

Non si hanno da tempo più notizie dell’operazione sul complesso dell’ex Seminario con spazi destinati alla Lumsa per corsi universitari stabili con sessioni d’esame. Ci sono segnalazioni che guardano anche al possibile coinvolgimento della magistratura ordinaria e contabile per chiarire tutti i passaggi aperti dalla mattina del 12 novembre 2015 quando nella sala Consiliare è stato firmato il protocollo d’intesa tra Comune, Diocesi e Lumsa per dare prosecuzione al progetto di attivazione di corsi di specializzazione post-laurea a Gubbio, con il coinvolgimento della Fondazione Cassa di Risparmio – oggi Fondazione Perugia – che garantì un cospicuo finanziamento (700mila euro?).

La Giunta Fiorucci rischia di ritrovarsi per le mani una patata bollente alla luce di una progettualità mai veramente portata a compimento e in cui sono transitati parecchi soldi su un complesso di proprietà del Comune e affidato alla Diocesi di Gubbio per fare qualcosa che di fatto non è mai stato attuato concretamente e compiutamente.

L’operazione venne presentata in pompa magna dall’allora sindaco Filippo Mario Stirati e il rettore della Lumsa, Francesco Bonini, senza la presenza del vescovo Mario Ceccobelli che era impegnato in attività pastorali ma aveva già siglato l’atto nei giorni precedenti, come evidenziato nell’occasione.

Stirati ebbe a dichiarare pubblicamente: “Esprimo piena soddisfazione per questo traguardo. Riattivando i rapporti di collaborazione con la Lumsa, compromessi nella precedente Amministrazione, abbiamo mantenuto la parola data alla città. Questo risultato è frutto di un’intensa operazione diplomatica, che ha visto impegnata l’intera amministrazione, oltre al sottoscritto in prima persona, soprattutto nei rapporti con il nuovo rettore. E’ stata una delle prime iniziative intraprese da quando sono sindaco, già dal luglio 2014, infatti, il Consiglio Comunale aveva espresso la forte volontà di insediare nel quartiere di San Martino, presso l’immobile dell’ex Seminario, un centro universitario, di valenza nazionale e internazionale, di grande prestigio, favorendo il ritorno della Lumsa e delle sue attività all’interno del centro storico, per la promozione della cultura e della formazione di eccellenza, che ci auguriamo riporti in alto il profilo culturale di Gubbio“. Il rettore Bonini aveva ricordato: “Ho incontrato un anno fa il sindaco Stirati e subito si è creata una sintonia in una collaborazione che ha portato oggi al raggiungimento di un obiettivo importantissimo. Si compie infatti una prima tappa che porterà a rilanciare la Lumsa con percorsi di eccellenza“.

Nel protocollo d’intesa il Comune si è impegnato a dare alla Diocesi l’immobile di sua proprietà e la Diocesi di Gubbio, a sua volta, si è impegnata a eseguire, a propria cura e spese, tutti i lavori necessari a rendere fruibili i propri locali e quelli ottenuti in concessione dall’ente entro il 1° settembre 2016, in modo da poter essere destinati alle attività svolte dalla Lumsa. Il Comune di Gubbio ha autorizzato la Diocesi a redigere un apposito progetto per il completamento dei lavori dell’edificio ex Seminario, al fine di richiedere eventuali finanziamenti pubblici e, oppure, privati. La Lumsa si era impegnata ad attivare, in modo continuativo e sistematico nel tempo, corsi di alta formazione, master, summer and winter school, convegni e festival culturali. L’inizio delle attività formative avrebbe dovuto essere stabilito al momento della consegna alla Lumsa dell’immobile, oggetto della convenzione, ristrutturato e arredato. Era stata annunciata la concessione almeno decennale con possibilità di estenderla fino a 20 anni in ragione del regolamento comunale in essere.

Agli inizi del 2016 era stata annunciata l’approvazione del progetto di completamento della struttura con il piano, presentato dalla Diocesi di Gubbio, che ha previsto una spesa complessiva di 850mila euro a carico della  parte privata per il completamento degli spazi da destinare alla Lumsa.

A fine luglio 2021 la vicenda si è riaperta con i dubbi sull’evolversi del progetto, dopo una lettera del rettore Bonini che il mese precedente aveva praticamente disimpegnato Lumsa dal portare avanti il programma previsto per Gubbio. Lumsa scrisse al sindaco: “Mutate le condizioni generali esterne, l’ateneo non intende farsi carico della gestione diretta dell’immobile dell’ex seminario”, confermando la sua disponibilità a organizzare master di specializzazione universitaria.

Si è ripercorsa in quel colpo di scena la storia dei rapporti tra Gubbio e Lumsa. Era il 2010 quando Lumsa, l’università Maria Santissima Assunta fondata dalla Congregazione delle terziarie domenicane missionarie della scuola, in virtù del rapporto privilegiato con Gubbio, dove nel 1924 Luigia Tincani fondò il loro Ordine, manifestò la volontà all’Amministrazione Comunale di creare in città un polo universitario di alta formazione. L’ex seminario, proprietà del Comune di Gubbio, fu da subito lo spazio ritenuto idoneo con la previsione di 700 studenti in media l’anno, provenienti non solo dall’Italia, che avrebbero soggiornato a Gubbio per master post laurea, usufruendo di circa 35 posti letto che potevano essere ricavati. Un lungo ping pong tra le amministrazioni comunali che si sono succedute e Lumsa per definire i termini, con la rottura delle trattative avvenuta nel settembre 2012, quando il Cda di Lumsa disse no alla proposta di acquisto dell’immobile dell’ex Seminario per 6 milioni di euro fatta dalla Giunta Guerrini. Troppo oneroso, dissero, in un momento in cui l’ateneo aveva già deliberato un acquisto importante a Palermo. La ripresa del dialogo con l’avvento dell’Amministrazione Stirati e la stipula di una convenzione, fortemente sostenuta dalla Diocesi di Gubbio allora guidata da Ceccobelli, che sembrava aver trovato la quadra del cerchio tra esigenze diverse: quelle di Lumsa di non dover investire somme ingenti nell’adeguamento dei locali, quelle della città di veder valorizzato l’immobile dando vita a un polo universitario e quelle della Diocesi di far tornare a Gubbio il presidio cattolico fondato dalla Tincani. A consentire la stipula dell’accordo, avvenuto nel luglio del 2018, l’intervento fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che con un grosso finanziamento (700mila euro?), erogato in favore della Diocesi e non del Comune che aveva dato in gestione l’ex Seminario, consentiva di fatto di ristrutturare l’edificio e adeguarlo alle esigenze della Lumsa, che s’impegnava a sua volta a dare vita in loco a un campus stabile e continuativo.

La Fondazione Carisp – oggi Fondazione Perugia – in fase di rendicontazione di quel suo considerevole finanziamento avrebbe potuto richiedere indietro alla Curia, a cui lo ha concesso, quanto versato per un progetto che di fatto non è mai andato in porto.