Il gruppo sbandieratori di Gubbio ha voluto fare una sorpresa a Flavio Insinna, al termine del suo spettacolo, ieri sera (giovedì 13 febbraio) al Teatro Comunale. Accoglienza davvero trionfale. “È stata l’occasione per ringraziare Insinna – ha detto il presidente del gruppo, Matteo Menichetti – per aver portato il suo spettacolo nella nostra città che lui ama follemente e che ricorda in ogni occasione pubblica. Per noi è stato un omaggio alla persona innamorata di Gubbio, degli eugubini e del folklore. Flavio Insinna proprio per queste motivazioni ha ricevuto il Premio Bandiera di Gubbio nel 2017. Per noi è stata un’ulteriore emozione vederlo sul palco a bocca aperta. Vedere un personaggio dello spessore di Insinna, abituato a esibirsi davanti a migliaia di persone, stupefatto ed emozionato nel sentire lo squillo delle nostre chiarine e nel vedere i colori delle nostre bandiere è un’immagine che ci porteremo dietro per sempre”.
Insinna è stato l’indimenticato capitano Anceschi per cinque stagioni nella fiction “Don Matteo” che dal 2013 ha traslocato a Spoleto per manovre politiche sbagliate a Gubbio e messe in atto a Spoleto d’intesa con la Giunta regionale dell’epoca. Il legame dell’attore con la città l’ha visto ricevere il Premio Bandiera e la patente da matto. Ieri sera Insinna, insieme a Giulia Fiume, ha portato in scena lo spettacolo “Gente di facili costumi” di Nino Marino e Nino Manfredi, per la regia di Luca Manfredi, promosso nell’ambito della stagione di prosa organizzata da Teatro Stabile dell’Umbria e dal Comune.
La piece si è conclusa con gli applausi del numeroso pubblico presente e con il tributo che gli sbandieratori hanno dedicato ad Insinna. L’attore, visibilmente sorpreso ed emozionato, è dapprima rimasto senza parole per poi sciogliersi in un commosso ringraziamento alla città. Sul palco anche Valerio Santoro, produttore della piece e direttore del teatro Biondo di Palermo che ha voluto essere al fianco di Insinna, con il quale ha esordito proprio a Gubbio nella prima stagione di “Don Matteo”.
