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Franco Bazzurri: “I Ceri sono una sana pazzia. Chi li vede resta strabiliato. Vanno difesi i veri valori”

Franco Bazzurri

Il Messaggero, edizione umbra di oggi (venerdì 16 maggio), nel raccontare la giornata dei Ceri ha intervistato Franco Bazzurri, storico ceraiolo santubaldaro.

Cos’è la Festa dei Ceri? “Una sana pazzia”, risponde al volo con il dono dell’estrema sintesi e non ha dubbi Franco Bazzurri. Si porta benissimo i suoi 71 anni, sempre in prima linea con la divisa (camicia gialla, pantaloni bianchi e fazzoletti rossi) e la passione che l’accompagna fin da bambino.

“Ho preso il Cero, ogni 15 maggio, da diciottenne per vent’anni lungo le vie cittadine e fino a una cinquantina sugli stradoni che risalgono il monte Ingino verso la basilica del patrono Sant’Ubaldo”, ricorda con tutto l’orgoglio di chi la passione e l’identità le ha sempre avute. Cambia tanto dall’essere ceraiolo attivo sotto le stanghe, ovvero portando la propria macchina di legno con la statua lignea del santo che l’identifica (nel caso di Bazzurri il Cero di Samt’Ubaldo), ad applaudire i Ceri al loro passaggio cercando di non intralciare troppo ma al contempo dispensando consigli ai giovani pronti allo sforzo.

“Molto è cambiato dai miei tempi – racconta Bazzurri -, oggi c’è molta più gente e anche più confusione. Ma i Ceri sono questi e viene sprigionata energia purissima”.

Che impressione fanno su chi li guarda passare? “Ho amici e conoscenti che dopo averli visti la prima volta vogliono tornare e dopo un po’ si sentono come a casa. Una festa così conquista tutti per le emozioni che emana e lo spettacolo che riserva. I Ceri sono unici nel loro genere. Tutti rimangono strabiliati, si chiedono come sia possibile tutta questa frenesia che è anche un senso di attaccamento profondo alla tradizione e alle radici”.

Nel tempo i valori sono rimasti gli stessi? “Si è sempre figli della propria dimensione temporale e del vissuto. La storia va difesa e portata avanti con i suoi aspetti migliori. Per questo con alcuni amici organizziamo prima della festa l’iniziativa Vite ceraiole, rifacendoci con testimonianze a eugubini del passato che hanno lasciato una forte impronta e hanno cercato di tramandare le memorie, gli aneddoti e le situazioni più edificanti, anche goliardiche, legate ai Ceri. La buona memoria aiuta a preservare e a dare continuità al lato migliore della festa”.