La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne riapre molta retorica soprattutto da parte dei politici, anche quelli che hanno alle spalle (e continuano ad avere) storie squallide di sfruttamento delle donne legando il sesso alla carriera.
Colpiscono in queste ore, anche a Gubbio, tante frasi scontate sulla violenza, come se la donna dovesse essere tenuta in considerazione e difesa un giorno l’anno. Si sono sentiti e letti, soprattutto da parte dei politici, degli interventi e anche post sui social allucinanti in cui si fa del perbenismo di facciata, quando in taluni casi ci sono vicende, incluse inchieste giudiziarie e processi con intercettazioni scottanti, che testimoniano il lato peggiore di certe commistioni.
Si pensi a quei politici che esaltano le donne in generale, e di famiglia in particolare, dopo averne combinate di tutti i colori, perfino quei casi in cui il politico di turno ha palesemente approfittato della propria posizione di potere (più che del fascino) per ripagare tanta disponibilità femminile con le spinte carrieristiche, anche nella pubblica amministrazione.
Non sono migliori di loro, naturalmente, quelle donne che soprattutto nella pubblica amministrazione ne hanno approfittato per fare carriera, magari danneggiando altre colleghe che avevano più titoli e, oppure, anzianità di servizio.
Ci sono storie poco edificanti, per usare espressioni eleganti, anche senza guardare troppo lontano. Questo non è sicuramente il 25 novembre. Forse la celebrazione farisaica di qualche politico gli può servire soltanto per ingannare l’opinione pubblica, compresi i seguaci, cercando di accattare simpatie. Un metodo squallido e ingannevole. Altro che Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
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