GramonHill – il blog di Luke rende omaggio a tre registi cinematografici che ci hanno lasciato in questi giorni. “Un giorno triste per il cinema” racconta di Peter Bogdanovich, Mariano Laurenti e Sidney Poitier, definiti “tre artisti grandi nel loro genere e non solo”. Mariano Laurenti, scomparso il 6 gennaio, è da sabato 8 gennaio nel civico cimitero di Gubbio dopo il rito funebre officiato nella chiesa di San Secondo dal parroco, don Pasquale Criscuolo, che ne ha ricordato il profilo umano e di artista rivolgendo anche a nome dei presenti un caloroso abbraccio alla famiglia.
Ecco il racconto di GramonHill
L’epifania tutte le feste porta via. E quest’anno si è portata via anche tre grandi nomi del cinema: Peter Bogdanovich, Mariano Laurenti e Sidney Poitier, tre artisti grandi nel loro genere, e non solo.
Il
primo, Peter
Bogdanovich,
nato a Kingston il 30 luglio 1939, era un regista che passerà alla
storia per aver diretto “L’ultimo
spettacolo”,
capolavoro che ottenne 8 nomination agli Oscar vincendo 2 statuette.
Fu uno dei nomi simbolo della New Hollywood insieme a Martin
Scorsese, Francis Ford Coppola, Michael Cimino, Brian De Palma e
William Friedkin.
Il suo cinema, caratterizzato da uno stile
sobrio, fa ampio uso della nostalgia come mezzo espressivo,
riflettendo il passato degli Stati
Uniti attraverso
l’immaginario cinematografico, come testimoniano pellicole come
“Vecchia
America”
(1976), “…e
tutti risero”
(1981) e “Texasville”
(1990), quest’ultimo seguito del suo capolavoro “L’ultimo
spettacolo”.
Tra
gli altri film da ricordare è impossibile non citare “Ma
papà ti manda sola?”
(1972), commedia con Barbra Streisand e Ryan O’Neal, omaggio al
cinema di Vincente Minelli e “Paper
Moon – Luna di carta”
(1973), che si rifà al cinema di Frank Capra.
Il suo ultimo film
per il grande schermo è stato “Tutto
può accadere a Broadway”
(2014), che però non ha convinto né critica né pubblico.
Fu
molto amico di Jerry
Lewis,
con il quale però non ha mai collaborato.
Per
chi ama il cinema di Genere italiano, Mariano
Laurenti non
ha certo bisogno di presentazioni.
È
stato uno dei registi simbolo della Commedia Sexy italiana degli anni
‘70, insieme a Sergio Martino e Nando Cicero. Nato il 15 aprile del
1929, esordì come aiuto regista negli anni ‘50 affiancando grandi
registi come Mauro Bolognini, Dino Risi, Camillo Mastrocinque e
Steno.
Il
suo esordio come regista avvenne nel 1966 con “Il
vostro superagente Flit”,
commedia con Raimondo Vianello, parodia del fantaspionaggio e
fantascienza, con una giovane Raffaella Carrà che interpreta un
aliena.
Di
seguito realizzerà alcuni divertenti musicarelli,
come “I
ragazzi di Bandiera Gialla”
(1967),
“Una
ragazza tutta d’oro”
(1967)
e “Zingara”.
Questi film non sono che un pretesto per ascoltare alcune delle
canzoni più in voga in quel periodo, portando sul grande schermo i
loro principali interpreti come Bobby Solo, Iva Zanicchi e Loretta
Goggi.
Dopo
i musicarelli inizierà una collaborazione col duo Franco
Franchi e Ciccio
Ingrassia.
Il regista diresse la coppia in 6 film: “Satiricosissimo”
(1970),
“I
due maghi del pallone”
(1970),
“Mazzabubù…
quante corna stan quaggiù”
(1971),
“Ma
che musica maestro”
(1971),
“I
due assi del guantone”
(1971)
e “Continuavano
a chiamarli i due piloti più matti del mondo” (1972).
In
seguito si specializzerà nella Commedia
Sexy italiana
regalando alla storia di questo genere alcuni dei titoli più
importanti e ricordati: “Quel
gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda”
(1972),
probabilmente il film per la quale Edwige
Fenech viene
maggiormente ricordata, “La
bella Antonia, prima monaca
poi dimonia” (1972), “La
vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono”
(1974),
e alcuni film con protagoniste attrici come Gloria Guida e Edwige
Fenech nelle vesti di “Infermiera”, “Liceale” e
“Insegnante”.
Collaborò
diverse volte anche con Pippo
Franco,
che venne diretto dal regista in alcune celebri commedie come
“Patroclooo!…
e il soldato Camillone, grande grosso e frescone”
(1973).
Laurenti
fu attivo nel cinema dal 1966 al 1999, anno del suo ultimo film
“Vacanze
sulla neve”.
In
33 anni ha diretto ben 52 film, oltre ad aver preso parte come attore
a 4 pellicole, la più celebre delle quali è sicuramente “Milano
odia: la polizia non può sparare”
(1974),
di Umberto
Lenzi,
in cui interpreta l’avvocato di Giulio Sacchi (Tomas Milian). È
proprio da questo film che è tratta una delle pochissime immagini
che si trovano del regista: volto paffuto e grossi occhiali neri.
La
critica ha spesso liquidato i film di Laurenti (e della Commedia Sexy
in generale) come banali, volgari e inutili, ma ciò che spesso viene
dimenticato è che per girare film con pochi mezzi e in brevissimo
tempo occorre avere un talento non indifferente. E Mariano Laurenti
questo talento ce l’aveva, eccome. Ricordiamo anche che le Commedie
Sexy incassavano molto, e il denaro che fruttava alle case di
produzione serviva ad essere impiegato per film dal budget più
consistente
E
infine ci ha lasciati un altro grandissimo del cinema: attore,
regista e simbolo alla lotta contro il razzismo: Sidney
Poitier.
Nato
a Miami il 20 febbraio del 1927, è stato il primo attore
afroamericano a vincere il premio
Oscar,
grazie al film “I
gigli del campo”
(1963), bellissimo film in cui l’attore interpreta un giovane
afroamericano che vagabonda per le strade degli Stati Uniti, quando
si imbatte in un gruppo di suore fuggite dalla Germania dell’Est e
le aiuta a costruire una cappella in un angolo dell’Arizona.
Il
suo film più amato molto probabilmente è la bellissima commedia
“Indovina
chi viene a cena?”,
in cui divide lo schermo con due giganti del cinema: Spencer
Tracy e Katharine
Hepburn.
Il
film diretto da Stanley
Kramer,
oltre ad essere una delle più amate commedie hollywoodiane di tutti
i tempi, è diventata anche un manifesto della lotta contro il
razzismo, poiché qui viene trattata per la prima volta in maniera
aperta la questione dei matrimoni misti nell’America degli anni
‘60.
Il discorso sulla discriminazione
razziale lo
troviamo anche in un altro celebre film di Poitier: “La
calda notte dell’Ispettore Tibbs”,
che insieme al film di Kramer è sicuramente il titolo più noto cui
l’attore abbia preso parte. Questo noir poliziesco diretto
da Norman
Jewison ha
avuto due seguiti non all’altezza dell’originale.
Si è
cimentato anche dietro la macchina da presa dirigendo 9 pellicole con
altalenante fortuna.
Vanno ricordati “Grazie
per quel caldo dicembre”
(1973) e “Nessuno
ci può fermare”
(1980), grande successo con la coppia Gene Wilder – Richard
Pryor.
Nel 2002 ottenne un Oscar alla carriera e nel 2009 l’allora
presidente degli Stati Uniti Barack
Obama lo
ha insignito della Medaglia
Presidenziale della Libertà.
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