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Gubbio Cultura e Multiservizi, reintegrata una dipendente che ha vinto la causa dal giudice del lavoro

L'avvocato Francesco Gagliardi

Dovrà essere reinserita nell’organico dei dipendenti. Così ha deciso il giudice del lavoro Marco Medoro del tribunale di Perugia che ha disposto il provvedimento di reintegro per una dipendente della società Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, interamente di proprietà del Comune che a sorpresa non si è neanche costituita in giudizio per far valere le proprie ragioni. Il giudice Medoro è andato oltre, prevedendo anche un indennizzo economico. Lo riferisce il Messaggero nell’edizione umbra di oggi, venerdì 22 settembre.

La donna era stata licenziata, insieme ad altre due dipendenti, quando la società amministrata dal commercialista Paolo Rocchi, su nomina fiduciaria del sindaco Filippo Mario Stirati, ha perso la gestione dei parcheggi a pagamento passati dopo lunghi anni alla Sis di Corciano dopo gara d’appalto. A quel punto, la Gubbio Cultura ha deciso di riconvertire quattro dei sette addetti al servizio di controllo dei parcheggi con i ticket dei parcometri.

Per tre addette era stato deciso il taglio con un’arida lettera di licenziamento senza se senza ma, per questo si sono rivolte ai legali per chiedere tutela prospettando il ricorso alla sezione lavoro del tribunale di Perugia. Per una delle tre, assistita dall’avvocato ed ex consigliere comunale Francesco Gagliardi, è arrivata la sentenza che ha accolto il ricorso prevedendo l’immediato reintegro nei ruoli della società partecipata, voluta al tempo di Orfeo Goracci sindaco e da allora a oggi continuamente nel mirino di discussioni e critiche per le mille traversie tra le esposizioni debitorie e i costi di gestione.

La Gubbio Cultura, che nel 2021 ha registrato un fatturato di 1.906.777 euro con 567.043 euro di spese per il personale secondo quanto riportato da reportaziende.it con 22 dipendenti registrati nel 2023 stando a ufficiocamerale.it, potrà ricorrere sulla sentenza di primo grado, che intanto è comunque esecutiva e costringerà l’azienda comunale a trovarle una collocazione professionale.