Comitati e associazioni ambientali di Gubbio hanno incontrato, il 30 gennaio scorso, il nuovo assessore all’Ambiente della Regione, Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle. Gli è stato lasciato un dossier – riferisce una nota degli ambientalisti -, una raccolta della documentazione emersa dal lavoro di ricerca, approfondimento, informazione sia a livello scientifico che istituzionale, da essi svolto negli ultimi cinque anni, sullo stato di ambiente e salute nella conca eugubina. L’assessore dopo l’incontro, in un suo post, ha sottolineato il fatto che egli ha condiviso per anni il proprio impegno politico, da consigliere della precedente amministrazione regionale, con le azioni dei comitati: “Ho espresso la nostra massima attenzione non solo sulla necessità di rafforzare il sistema dei controlli, dando la massima accessibilità ai dati ambientali ma soprattutto sulla proposta di soluzioni. Abbiamo bisogno di applicare il paradigma della transizione ecologica anche ai settori dell’industria pesante”. E poi ha continuato, “la conca eugubina è un unicum nel nostro paese. Oltre ad assicurarsi di applicare le migliori tecnologie disponibili adottate altrove, possiamo anche tentare di ambire ad essere noi i precursori e crearne di nuove”.
I rappresentanti dei comitati, pur apprezzando la direzione che l’assessorato sta intraprendendo a favore di una differenziazione della raccolta di rifiuti spinta (modello Contarina), che non prevede la chiusura del ciclo dei rifiuti con la loro combustione, hanno riferito le loro forti preoccupazioni per quella che nel loro territorio, percepiscono come emergenza ambientale e sanitaria nel panorama regionale.
“Gubbio da più di 60 anni – evidenziano i comitati – subisce una fortissima pressione ecologica, dovuta alla presenza di due industrie insalubri di prima classe che oggi bruciano, assieme al petcoke, anche i rifiuti, Css provenienti da fuori regione. Gli eugubini sono esposti a dose doppia respirando le emissioni delle due cementerie. Un cumulo di inquinanti mai valutato. Fonti scientifiche ci dicono che la loro combustione immette in atmosfera gas contenenti inquinanti tossici: metalli pesanti, diossine e particolato sottile in quantità superiori a quelle degli inceneritori. Essi sono nocivi sempre e in qualunque percentuale. L’assessore De Luca, si è mostrato d’accordo con la proposta, avanzata dai comitati, di avviare una indagine epidemiologica georeferenziata di tutte le patologie presenti nel territorio eugubino, anche alla luce dei dati emersi con la riattivazione del registro tumori, che comunque sono aggiornati fino al 2020. In vista del prossimo rinnovo dei vertici dell’Arpa, i comitati hanno auspicato che vengano effettuate più approfondite e trasparenti modalità di controllo sulle emissioni dei due cementifici. Altra richiesta sollevata dai comitati ha riguardato le Autorizzazioni integrate ambientali (Aia) Molteplici sono le perplessità da parte dei cittadini per l’elevata quantità delle sostanze che possono essere emesse e per l’altissimo numero di rifiuti quali, scorie d’altoforno, ceneri volanti, Loppa, Sand Matrix etc, usati come recupero di materia ed immessi nel cemento. Anche a fronte del calo complessivo della produzione di cemento, gli impianti rischiano di diventare degli inceneritori impropri, senza però avere gli stessi stringenti limiti di emissione e controlli ai quali è sottoposto un inceneritore. La preoccupazione dei cittadini e la richiesta di interventi non procrastinabili all’infinito, sulle autorizzazioni rilasciate ai cementifici, trovano in queste ore ulteriore ragione, nell’ipotesi di risolvere la questione dei rifiuti ospedalieri, trasformandoli in Css e consegnando il territorio della conca eugubina, a rivivere ancora una volta, moltiplicato per mille, l’incubo della vicenda Sirio Ecologica. Su questi temi l’assessore si è impegnato a mantenere un contatto continuo con i comitati e a renderli partecipi di ogni iniziativa intrapresa a livello regionale”.
Lascia una Risposta