Il femminismo entra in Consiglio Comunale con un ordine del giorno promosso da Giorgia Gaggiotti di Scelgo Gubbio, subentrata dopo le furibonde polemiche che hanno accompagnato le sue dimissioni dalla presidenza della Commissione Pari Opportunità per un post su Facebook con risvolto nazionale che ha costretto perfino il sindaco Filippo Mario Stirati a prendere le distanze.
Giorgia Gaggiotti, seguita in questa iniziativa dai consiglieri di maggioranza Mirko Pompei (LeD), Riccardo Biancarelli (Democratici per Gubbio), Francesco Zaccagni (Socialisti Civici e Popolari) e Giorgia Vergari (Gruppo Misto), propone al sindaco Filippo Mario Stirati e all’intera assemblea consiliare le “prime azioni a sostegno delle donne come categoria maggiormente colpita dalla crisi scaturita dalla pandemia”.
Si fa riferimento alla sempre più gravosa difficoltà e crisi che colpisce più duramente le donne. “Secondo l’Istat – si legge – il mese scorso gli occupati sono diminuiti di 101mila unità: 99mila sono donne e appena duemila uomini. Nei dodici mesi, il saldo negativo di 444mila unità è composto da 312mila donne e 132mila uomini. In un paese in cui le donne che lavorano sono ancora soltanto il 50 per cento della popolazione femminile. E’ necessario dunque porre in essere progetti mirati all’occupazione femminile e al sostegno delle donne impegnate nel lavoro di cura. La pandemia ha esibito la centralità e insieme la crisi della riproduzione sociale e del welfare pubblico: le condizioni della sanità e della scuola ne sono l’esempio più lampante. Per far fronte a questa ennesima emergenza occupazionale femminile la rete delle istituzioni può fare molto, così come le donne possono rappresentare una grande risorsa per il paese se saremo capaci di sopperire a tali deficit impiegandole proprio in quei settori che da sempre le hanno viste protagoniste. Tali misure prevedono una progettazione complessa e a lungo termine, in cui un ruolo centrale lo avranno il governo, le regioni, i comuni ma anche e soprattutto le aziende pubbliche e private”.
I consiglieri chiedono dunque a sindaco e Giunta di “farsi promotori presso la Regione Umbria di una deliberazione di legge che consenta l’accesso alla contraccezione gratuita da parte di alcuni soggetti con particolari situazioni di potenziale disagio socio-economico di avviare la prima fase di confronto per attivare un progetto che coinvolga le farmacie e le attività commerciali del territorio che ne facciano vendita, per la nascita di un “commercio amico delle donne”, che preveda lo sconto dell’Iva sui supporti igenici per il ciclo mestruale e per i contraccettivi, nelle modalità che verranno ritenute più convenienti ed efficaci; di coprogettare e sostenere il Consultorio con campagne di informazione e di educazione sessuale e sentimentale rivolte a tutte e tutti per fasce d’età, anche con incontri on line, in modo da poter favorire l’accesso in ogni condizione sanitaria e in anonimato, mantenendo la possibilità di porre domande direttamente alle operatrici e agli operatori del consultorio, con cadenza quindicinale e-o mensile a giorni e orari fissi”.
Concludono chiedendo l’impegno “per estendere al Consultorio la possibilità di assistere le donne che vogliano far ricorso all’Ivg tramite la Ru486 nelle modalità indicate dal Ministro della Salute Speranza e di favorire attraverso la collaborazione con le operatrici e gli operatori del consultorio la rinascita dell’Assemblea del Consultorio, prezioso strumento attraverso il quale le donne possono avere un ulteriore punto di riferimento a tutela della loro salute e per la creazione di reti virtuose che dal basso siano in grado di incidere sui decisori politici nel loro interesse”.
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