A palazzo Pretorio tutti tacciono, ma ci sarebbe un documento scottante che trapela in certi ambienti.
La Provincia di Perugia avrebbe consegnato una relazione durissima sullo stato della discarica di Colognola, con una sostanziale intimazione al Comune affinché proceda subito alla chiusura di quel sito con tutto quel che ne potrebbe conseguire tra risvolti ambientali e ripercussioni economiche.
Il condizionale è d’obbligo in un vicenda che tiene banco ormai da lunghi anni tra accuse, veleni e denunce dei residenti sulla salubrità della zona.
Non si esclude un intervento della Procura della Repubblica di Perugia e della Corte dei Conti dell’Umbria per fare chiarezza una volta per tutte soprattutto sulla gestione del passato, ricordando come nel dibattito politico per oltre vent’anni la discarica comunale è stata considerata alla stregua di un bancomat che è servito ai politici per raccogliere soldi da destinare al consenso in chiave elettorale senza accantonamenti per la gestione della fase di chiusura e del post-mortem.
Oggi la discarica è ritenuta un peso sempre più insostenibile, con conseguenze economiche disastrose perché gestire il sito è una rimessa quotidiana di soldi, appesantendo il già complicato e compromesso bilancio comunale.
Le prospettive sono incertissime quanto allarmanti visto che la Regione si è chiamata fuori da qualunque contributo, ritenendo che il Comune abbia già incassato parecchio e avrebbe dovuto negli anni accantonare le risorse per fronteggiare questa fase terminale. Altri accantonamenti sono d’obbligo e insieme alla situazione del Puc di San Pietro e la società partecipata Gubbio Cultura e Multiservizi il quadro economico-finanziario del Comune viene considerato preoccupante e potrebbe favorire una indagine.
Per questo su Colognola e il resto non va escluso un intervento della magistratura ordinaria e contabile, alla luce delle continue segnalazioni sulla pesante situazione della discarica che si è venuta a determinare negli anni con le accuse rivolte a chi ha amministrato senza accantonare neanche un euro per la gestione.
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